Uno studio condotto da ricercatori statunitensi ha rivelato che le mosche morte potrebbero essere utilizzate per produrre plastica biodegradabile. Questa scoperta è stata presentata durante la riunione autunnale dell’American Chemical Society. Karen Wooley, scienziata dell’Università A&M del Texas, ha guidato lo studio e ha affermato che il suo gruppo ha sviluppato metodi per trasformare prodotti naturali, come il glucosio derivato dalla canna da zucchero o dagli alberi, in polimeri degradabili e digeribili che non persistono nell’ambiente.
L’obiettivo è quello di trovare materiali alternativi per la produzione di plastica biodegradabile che non competano con risorse utilizzate per cibo, carburante, costruzioni e trasporti. In questo contesto, i ricercatori hanno esaminato i prodotti di scarto provenienti dall’allevamento delle mosche soldato nere. Le larve di queste mosche vengono utilizzate come mangimi per animali e per la degradazione dei rifiuti. Tuttavia, le mosche adulte, che hanno una vita breve, vengono scartate dopo la loro morte.
Il team di ricerca ha identificato che i monomeri di glucosammina presenti nella chitina, una componente dell’esoscheletro degli insetti, potrebbero essere impiegati per creare bioplastiche come policarbonati e poliuretani. Tradizionalmente, queste plastiche sono prodotte da fonti petrolchimiche. Le mosche soldato nere contengono anche altre sostanze utili come proteine, DNA, acidi grassi, lipidi e vitamine, che possono essere utilizzate come materiali di partenza. Gli scienziati prevedono che i prodotti realizzati da questi materiali possano degradarsi una volta scartati, contribuendo così alla riduzione dell’inquinamento plastico nell’ambiente.