I disturbi neurologici associati al Covid sono progressivamente meno frequenti a ogni ondata pandemica e nel 60% dei pazienti c’è stata una risoluzione completa dei sintomi o la persistenza di sintomi lievi, una percentuale che arriva al 70% per i pazienti tra i 16 e i 64 anni. Sono le conclusioni dello studio Neuro-Covid Italy, promosso dalla società italiana di Neurologia e pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Neurology, giornale ufficiale della American Academy Neurology. Il progetto ha coinvolto 38 unità operative di Neurologia in Italia e a San Marino ed è stato coordinato dal professor Carlo Ferrarese, direttore della Clinica Neurologica dell’Università Milano-Bicocca alla Fondazione IRCSS del San Gerardo di Monza. Questo genere di disturbi è tra gli aspetti più allarmanti della malattia e compre diverse patologie, dall’ictus alla cefalea cronica, alla riduzione del gusto e dell’olfatto, a difficoltà di memoria e concentrazione. “Non bisogna però dimenticare – dice Ferrarese – che in circa il 30% dei pazienti i sintomi sono durati oltre sei mesi dopo l’infezione. Questo riguarda soprattutto i pazienti con ictus associato al Covid ma anche per i disturbi cognitivi, della concentrazione e della memoria, la risoluzione dei sintomi è stata molto più lenta rispetto ad altre condizioni neurologiche, tanto da rientrare nella sindrome del long Covid, seguita in molti centri rientranti nello studio”.