“Oggi siamo messi abbastanza bene: lo avevamo detto alla fine dell’anno scorso che avremmo avuto un Pil oltre l’1% e molto probabilmente i numeri saranno quelli però la crescita sta rallentando e per questo abbiamo chiesto una politica per i bassi redditi e a sostegno agli investimenti. Nei primi 4 mesi la produzione industriale è diminuita, il commercio internazionale sta rallentando. Abbiamo una serie di indicatori che ci dicono che stiamo rallentando: se interveniamo subito ritengo che continueremo a crescere, se facciamo subito le cose che devono essere fatte, se facciamo i compiti a casa, altrimenti mettiamo a rischio questa crescita”. Questa la posizione espressa dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi, nella foto, ad un incontro a Ustica promosso da Confindustria Sicilia.
Secondo Bonomi, bisogna per prima cosa intervenire sulle famiglie a basso reddito, con il taglio contributivo del cuneo fiscale sotto i 35 mila euro di reddito: “abbiamo chiesto un intervento di 16 miliardi, per mettere in tasca a queste famiglie 1.200 euro in più. Mi si dice che non ci sono le risorse: io obietto. Un Paese che ha una spesa pubblica di 1.100 mld l’anno, secondo me 14-16 miliardi li trova. La riconfigurazione della spesa pubblica si può fare”, ha affermato Bonomi.
Secondo intervento è lo stimolo a investimenti pubblici e privati, e per questo c’è il Pnrr da utilizzare bene. Terza cosa è fare le riforme, “ne sentiamo parlare da 30-40 anni”, ha osservato. Secondo Bonomi, “l’industria italiana ha dimostrato di essere forte, perché ha fatto i compiti a casa”. “Noi imprenditori – ha precisato – abbiamo prese tre grandi sberle – le crisi del 2008, 2010 e 2011 – abbiamo patrimonializzato le nostre imprese che oggi lo sono patrimonial come quelle tedesche, abbiamo investito in ricerca e innovazione e siamo andati sui mercati internazionali. Da qui nasce il grande rimbalzo dopo la crisi pandemica, non per grazia divina. Gli imprenditori italiani hanno fatto i compiti a casa e li hanno fatti bene. Quando l’economia è ripartita noi eravamo pronti”.