I principali distretti industriali delle Marche hanno accelerato la loro capacità ad esportare nel corso del 2022: il fatturato ha toccato 4,8 miliardi di euro, con un aumento del 18,9% rispetto al 2021 e del 14,7% sul 2019. Una crescita migliore rispetto alla media dei distretti italiani nel 2021 (+14,2%), ma non nel confronto con il 2019 (+19,9%), a causa del forte peso nelle Marche del sistema moda particolarmente impattato dalla pandemia. Nel quarto trimestre dello scorso anno, inoltre, l’export distrettuale marchigiano ha registrato un aumento tendenziale del 15,8% (rispetto al +9,6% dei distretti italiani), facendo segnare l’ottavo trimestre di aumento consecutivo. I dati sono contenuti nell’analisi periodica della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo (nella foto, l’a. d. Carlo Messina) e che, pur riflettendo in parte il rialzo dei prezzi alla produzione del manifatturiero, sembrano indicare anche una ritrovata competitività delle aree distrettuali marchigiane. In evidenzia la ripartenza dei distretti del sistema moda, in crescita rispetto allo stesso periodo 2021 del 31,5%, meglio del complesso dei distretti del sistema moda italiani (+15,5%) e in pieno recupero anche rispetto ai livelli di export registrati nel 2019 (+10,3%). Le calzature di Fermo, primo distretto per export delle Marche con oltre 1,6 miliardi di export, ha registrato una crescita del 32,8% (pari a 406 milioni di euro), riuscendo a colmare ampiamente anche il gap rispetto ai livelli pre-pandemici (+12,2%). Il contributo maggiore è giunto dalla Cina, paese verso il quale si registra un vero e proprio balzo delle vendite (+98,6%, pari a 90 milioni di euro in più), probabilmente sostenuto anche da un accordo di cooperazione tra distretti e imprese calzaturiere delle Marche e della regione del Sichuan, firmato a metà giugno 2021. Stessa dinamica per l’abbigliamento marchigiano, cresciuto del 28,8% rispetto al 2021 e del 12% rispetto al 2019, grazie all’aumento verso tutti i principali sbocchi commerciali. Per la pelletteria di Tolentino (+30,4%) si sono realizzate crescite diffuse verso tutte le principali destinazioni e, in particolare, sul mercato cinese, con una crescita che sfiora il 73% rispetto al 2021, anche se resta l’unico distretto marchigiano a non essere riuscito a superare i livelli di export del 2019. Positivo anche l’andamento della Jeans valley del Montefeltro (+27%) e delle cappe aspiranti ed elettrodomestici di Fabriano, con un totale export di oltre 1 miliardo di euro nel 2022 (secondo distretto marchigiano per vendite all’estero), segnano un +5,5% (+19,3% verso il 2019). Le cucine di Pesaro, con 364 milioni di euro di export, hanno realizzato una crescita del 6,2% tendenziale (+18,1% sul 2019). Ottime performance anche per il cartario di Fabriano, che con 281 milioni di euro di export nel 2022 segna un +16,9% rispetto allo stesso periodo del 2021 e +19,8% rispetto al 2019. Brillante, infine, l’andamento del distretto degli strumenti musicali di Castelfidardo, che è cresciuto in termini di export del 22,9% rispetto al 2021 e del 28,1% sul 2019, con il Canada, che diventa il quinto sbocco commerciale. Secondo ISP, l’andamento delle esportazioni distrettuali marchigiane è stato buono sia verso i mercati maturi (+22,1%) sia verso i nuovi mercati (+14,4%), mentre nei primi mesi del 2023 è atteso un rallentamento, in un quadro di domanda mondiale meno favorevole, anche se agevolata dal calo dei prezzi energetici.