
Due vaccini sperimentali per il Plasmodium vivax, una delle principali specie di parassiti responsabili della malaria, sono risultati sicuri per gli esseri umani e uno di essi ha rallentato la replicazione del parassita nel sangue, secondo i risultati di due studi clinici di fase 1 pubblicati su Science Translational Medicine. Gli studi sono stati condotti dai ricercatori dell’Università di Oxford e coinvolgevano 19 volontari. Sebbene siano necessari ulteriori studi, i risultati incoraggianti suggeriscono che i vaccini potrebbero essere sviluppati come alcune delle prime immunizzazioni efficaci per il P. vivax, per il quale attualmente non esiste un vaccino approvato e che risulta difficile da vaccinare. Questa specie di parassita è la seconda causa più comune di malaria nel mondo e nel 2020 ha causato circa 4,5 milioni di casi, mentre quest’anno ha causato diverse infezioni rare di origine locale in Florida e Texas. Il P. vivax è più difficile da controllare rispetto al P. falciparum, il parassita della malaria più comune, poiché può rimanere dormiente nel fegato prima di riattivarsi e reinfezionare il sangue. Gli scienziati hanno sviluppato alcuni vaccini sperimentali che cercano di mirare a diverse fasi del ciclo di vita del parassita, ad esempio inducendo l’immunità contro la proteina del parassita PvDBP. Ora, Mimi Hou e colleghi dimostrano che due vaccini basati sulla regione II di PvDBP sono sicuri, e uno di essi mostra segni preliminari di promessa negli esseri umani. In due studi paralleli di infezione controllata, il team ha misurato la crescita del parassita nel sangue di un totale di 18 soggetti vaccinati e 13 controlli non vaccinati. Entrambi i vaccini sono stati ben tollerati e i volontari vaccinati hanno mostrato evidenze di risposte anticorpali. Somministrato con un regime di dosaggio ritardato, uno dei vaccini ha anche ridotto del 51% il tasso di moltiplicazione del P. vivax. Hou et al. osservano che entrambi i candidati vaccinali sono stati progettati più di 10 anni fa, suggerendo che ci sia spazio per migliorare o potenziare razionalmente i loro effetti con piattaforme vaccinali più recenti come particelle simili a virus o approcci a mRNA.