Il fisco sbaglia troppo spesso: l’11,9% degli accertamenti ai fini delle imposte sui redditi ed Iva infatti ha dato esito negativo o è stato annullato in autotutela. Triplicato anche il dato degli annullamenti degli avvisi bonari passato dall’1,7% in media nelle annualità 2020 e 2021 al 6,1% del 2022. Lo rileva la Corte dei Conti nella relazione sul rendiconto generale dello Stato 2022, documento pubblicato lo scorso 28 giugno (si veda ItaliaOggi del 5 luglio scorso).
Ridotta anche l’attività di recupero dai controlli documentali ai sensi dell’articolo 36-ter del dpr 600/1973.
Per questa tipologia di controlli infatti a fronte di 586.752 comunicazioni emesse solo poco più del 30%, ovvero 189.193 atti, hanno dato esito positivo portando un incasso (il periodo d’imposta analizzato in questo caso è l’ultimo disponibile ovvero il 2019).
Relativamente agli accertamenti, secondo la Corte, il dato rileva la necessità di una approfondita riflessione sulle cause del fenomeno al fine di coniugare, per quanto possibile, l’uso efficiente delle potenzialità accertative, anche su posizioni marginali e di modesta o nulla proficuità, con gli obiettivi di deterrenza e prevenzione.
Per quanto riguarda gli avvisi bonari invece, l’incremento degli annullamenti a seguito di istanza in autotutela dei contribuenti è indice di una criticità nelle procedure di controllo automatizzato.
A supporto di quanto indicato dalla Corte dei conti vi è anche il dato pubblicato del numero di comunicazioni di irregolarità annullate o rettificate tramite i canali di assistenza (civis, call center e uffici territoriali).
Sebbene vi sia un forte incremento del numero delle comunicazioni emesse nel 2022 si è raggiunto il numero record di quasi un milione di avvisi annullati o parzialmente rettificati (994.698 per la precisione) rispetto alla media di circa mezzo milione di atti l’anno, anch’esso sintomo, come messo nero su bianco nel documento in commento, delle persistenti criticità generate dalla complessità del sistema normativo di riferimento.
Gli annullamenti degli avvisi bonari
Nel 2022 si rileva un aumento del numero di comunicazioni di irregolarità predisposte a seguito delle procedure di liquidazione automatizzata delle imposte emergenti dalle dichiarazioni dei redditi e dell’Iva rispetto all’anno precedente passando da, da quasi 4,4 milioni nel 2020 a 6,9 milioni nel 2021 e a 7,3 milioni nel 2022.
Nel report inoltre vengo messi in evidenza due ulteriori dati da analizzare attentamente. Il primo è la percentuale degli annullamenti che, come anticipato, arriva al 6,1% rispetto al numero degli avvisi emessi, sintomo, secondo la Corte, di criticità nelle procedure di controllo automatizzato.
Il secondo non commentato nel report è relativo al numero di comunicazioni iscritte a ruolo ovvero atti che non vengono pagati dai contribuenti e che passano nelle mani del riscossore.
Nel 2022 infatti risultano 4.2 milioni le comunicazioni iscritte a ruolo rispetto al 1,6 milioni incassate nell’annualità, segno chiaro che molti di questi atti hanno esito negativo andando poi ad ingolfare (ulteriormente) il magazzino delle cartelle esattoriali. Va comunque rilevato che l’introito complessivo conseguito nell’anno 2022 con gli avvisi bonari ammonta a 11,2 miliardi di euro con un incremento di quasi 3 miliardi di euro rispetto sia rispetto al 2020 che al 2021 (+35,6 per cento) ed in linea con i risultati ante pandemia.
Giuliano Mandolesi, ItaliaOggi