“Vorrei ricordare che bisogna usare bene i fondi che ci sono. Ci sono quasi 11 miliardi per le strutture sanitarie ospedaliere, secondo l’ex articolo 20, che le Regioni dal 1988 non hanno utilizzato così come i fondi sulle liste d’attesa su cui abbiamo rimesso 360 milioni ma, anche qui, le Regioni devono utilizzarli”. È perentorio il ministro alla Sanità, Orazio Schillaci, dopo la vista privata all’ospedale Cardarelli di Campobasso (senza il commissario Toma, ma “il subcommissario Buonamico c’era”, ha precisato il rappresentante di governo) mentre raggiunge la sede dell’incontro pubblico dove lo attendono il candidato presidente del centrodestra, Francesco Roberti (“la nostra idea è di avere un Dea di II livello per Campobasso e un Dea di I livello per Termoli e Isernia”, ha rimarcato) e i parlamentari molisani di Fratelli d’Italia, la deputata Elisabetta Lancellotta e il senatore, Costanzo Della Porta.
C’è però, tra le tante, l’annosa ed irrisolta carenza del Dea di II livello proprio all’ospedale del capoluogo di Regione su cui “quando ci sarà il nuovo governo regionale, studieremo le misure migliori per dare una sanità adatta e moderna agli abitanti del Molise” e “sul decreto Molise (promesso a settembre da Lotito e Cesa) ci stiamo lavorando”.
Alla domanda sulla promessa della fine dei tagli lineari alla sanità pubblica, Schillaci replica secco che “il Def è lo stesso dell’anno scorso, solo che se ne accorgono solo quest’anno i sindacati perché c’è un governo di centrodestra. Le proiezioni per il 2022 sono uguali a quelle per il 2023. Abbiamo messo 3,5 miliardi in più rispetto a quanto previsto dal governo precedente”, ma sui tagli della percentuale sul Pil che nel 2025 andranno sotto il 6,5, ovvero la soglia prevista dall’Oms, il rappresentante di governo è meno perentorio asserendo che “quest’anno siamo al 6,8% del Pil e poi vediamo come va l’economia. Il sistema sanitario è stato definanziato negli ultimi dieci anni. Non è possibile recuperare in un anno, ciò che stato tagliato in dieci”.
Poi, sulla gestione della rete di emergenza urgenza per le malattie tempo-dipendenti su cui il Tar Molise ha chiesto una relazione dettagliata sul Pos al commissario Toma, “bisogna avere una visione moderna. Siamo intervenuti con un primo provvedimento per adeguare il 118 – ha concluso il ministro – e seguiremo anche questo con attenzione”.
adimo, quotidianomolise.com