Ubs ha ufficialmente completato l’acquisizione dell’ex rivale Credit Suisse, dando vita alla più grande fusione nel settore bancario dal 2008 e creando un gigante globale nella gestione del patrimonio. In una lettera aperta pubblicata sui giornali svizzeri e internazionali, il Ceo Sergio Ermotti (nella foto) e il presidente Colm Kelleher hanno annunciato il termine della storia ultracentenaria del Credit Suisse e hanno descritto questo evento come l’inizio di un nuovo capitolo storico.
Nella lettera, Ubs ha sottolineato l’importanza di garantire la stabilità durante questo processo di integrazione. I servizi bancari offerti dal Credit Suisse continueranno a essere forniti senza interruzioni, come di consueto.
Si prevede che le azioni e gli American Depositary Receipts (ADR) dell’ex seconda banca svizzera saranno ritirati dalle Borse di New York e Zurigo. Gli azionisti del Credit Suisse riceveranno un’azione di Ubs per ogni 22,48 azioni possedute.
Il Credit Suisse è stato coinvolto in una serie di scandali negli ultimi anni, ma la sua situazione si è deteriorata rapidamente dopo il fallimento del Silicon Valley Bank a metà marzo. Come parte del piano di salvataggio lanciato dalle autorità svizzere il 19 marzo, Ubs ha accettato di acquisire l’ex rivale per 3 miliardi di franchi svizzeri, beneficiando di consistenti garanzie finanziarie fornite dalla Confederazione e dalla Banca Nazionale. Con questa acquisizione, Ubs ha posto fine ai 167 anni di indipendenza del Credit Suisse. La storica concorrente è stata acquisita per 3 miliardi di franchi svizzeri, con un sostegno finanziario significativo da parte del governo e della banca centrale svizzera.