Ministro Schillaci: priorità alla riduzione delle liste d’attesa e all’innovazione tecnologica nella sanità

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 “Gli infermieri mancano in tutta Europa. Per questo stiamo pensando ad accordi con Paesi extraeuropei, che potrebbero metterci a disposizione professionisti già ben formati, dal punto di vista sanitario e della conoscenza della nostra lingua”. In un’intervista a la Repubblica il ministro alla Salute Orazio Schillaci (nella foto) affronta il nodo del Pnrr nel tentativo di ricavare delle risorse ad hoc per i professionisti sanitari, in quanto in Italia c’è un problema di organici. Per risolverlo, il ministro pensa ad esempio “all’India” che “ha già chiuso protocolli con il Giappone e gli Usa. Hanno una scuola infermieristica di alta qualità e ovviamente tantissimi abitanti”. Quanto alla scarsità dei medici, Schillaci afferma che “la loro carenza è diversa” in quanto “è mirata, nel senso che riguarda alcune specializzazioni che non sono attrattive, come il pronto soccorso”. E per ovviare al problema, “abbiamo inserito in un Decreto, il 34, misure per rendere quel lavoro più remunerativo e meno pesante” sostiene. Nel corso dell’intervista, il titolare del dicastero della Salute affronta anche il tema dei pochi fondi spesi del Pnrr dal settore, affermando che “i soldi destinati devono essere spesi dal 2024 in poi. Noi quest’anno abbiamo già raggiunto tutti gli obiettivi. Del resto, come ha visto anche la Corte dei Conti, non sono ancora partiti i bandi. Intanto svolgiamo il nostro ruolo di controllo sulle Regioni, per sincerarci che rispettino i tempi. A breve le convocheremo tutte”.
Ma come cambierà la sanità con il Pnrr? Alla domanda Schillaci risponde che “il Covid ha messo in evidenza le luci e le ombre del nostro sistema. Le prime sono stati i professionisti, le seconde la medicina del territorio. È questa che manca, una rete al servizio del cittadino. Dobbiamo quindi fare una riforma puntando su medici di famiglia, farmacie di servizio, medicina territoriale e innovazione tecnologica. Spesso si parla dell’affollamento dei pronto soccorso, ma quello c’è perché mancano alternative sul territorio”. Schillaci poi dice di puntare molto sulla “digitalizzazione”: “La considero una svolta”, afferma il ministro, perché “è anche uno strumento per superare tante diseguaglianze non solo tra Nord e Sud ma anche tra grandi città e piccoli centri. Spero intanto che a breve il fascicolo sanitario elettronico faciliti le cose per i pazienti. Intanto abbiamo prorogato la ricetta elettronica ma grandi cambiamenti ci attendono grazie alla possibilità di monitorare i pazienti a casa con la telemedicina”.
Due ultime questioni: “Vorrei dare più soldi al personale ma la filosofia del Piano è quella di investire sulle strutture, le modifiche sono molto difficili. Vedremo, comunque, se riusciremo a ricavare anche una piccola quota per i professionisti della sanità”, si augura Schillaci. Da ultimo la riforma, che il ministro garantisce di voler chiudere “entro l’estate o subito dopo” con un obiettivo: “Le liste d’attesa, vorrei ridurle” e “per farlo servono sì anche soldi, ma ci vuole soprattutto un cambiamento culturale. Bisogna lavorare sull’appropriatezza, c’è molta medicina difensiva che porta anche a prescrizioni che non servono”, conclude il ministro.