In Abruzzo, nel primo trimestre del 2023, per le imprese artigiane si registra un decremento di 210 unità, tra iscrizioni e cancellazioni. Dati che fanno della regione la penultima d’Italia dopo il Molise. In valore assoluto l’Abruzzo tocca il minimo storico con 27.796 imprese attive.
In particolare, lo studio curato per la Cna Abruzzo da Aldo Ronci su dati di Movimprese, evidenzia che tra gennaio e marzo, a fronte di di 481 iscrizioni, le cessazioni delle imprese artigiane sono state 691, con un decremento quindi di 210 unità. In valore percentuale, la flessione è stata dello 0,74%, dato che supera di due volte e mezzo il decremento nazionale, fermo allo 0,30%.
“In dieci anni ci hanno lasciato per strada qualcosa come circa 9mila imprese artigiane”, commenta il presidente di Cna Abruzzo, Savino Saraceni, “accentuando la caduta di un mondo che soffre della mancanza di interventi strutturali. Prova ne sia il fatto che dal 2009 giace nel cassetto, mai applicata, una legge regionale di settore che pure favorirebbe la trasmissione di impresa o lo start-up: nessuno dei governi regionali che si sono succeduti in questi anni ha mai pensato di applicarla. E’ vero, la Regione ha di recente stanziato delle risorse a favore dell’artigianato: 12 milioni di euro a dicembre, e altri 5 sono stati destinati alla micro impresa, non solo artigiana: ma resta pur sempre l’idea di provvedimenti spot, e mai organici”.
Il peggioramento del saldo del primo trimestre 2023, rispetto a quello del 2022, si spiega con il fatto che le cessazioni sono cresciute, ma le iscrizioni sono diminuite. Tra le province, il dato peggiore è nell’Aquilano (-68), seguito da Teramo (-52), Pescara (-48) e Chieti (-44). Tra i settori produttivi, le performance più negative sono dell’area manifatturiera (‐78, con le punte più significative a Pescara e L’Aquila), cui seguono le costruzioni (‐49, con Chieti e L’Aquila più colpite), la ristorazione (‐25), le riparazioni delle auto e i prodotti per la casa (‐23), i trasporti (‐19), le attività di pulizia e giardinaggio (‐12), i servizi per la persona (‐9). Nel manifatturiero, le cadute più significative sono da ricercare nelle industrie alimentari (‐12), nei prodotti del legno (‐11) e nell’abbigliamento (‐7).