Bologna, è tempo di “Reclaim the Tech”

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“Reclaim the Tech” è il nome del festival che si terrà al TPO a Bologna il 5, 6 e 7 maggio, promosso da esperte e attiviste come Lilia Giugni, attivista e ricercatrice dell’Università di Bristol e autrice del libro “La Rete non ci salverà”, e da numerose realtà nazionali tra cui Cyber Rights Organization, Privacy Network, Antigone, Arci Gay, Alfi, Collettivo Ippolita, Zero 81, Tech Workers Coalition, Open for Future, Chayn Italia, Tech Station. A livello locale i co-organizzatori sono il colletivo Làbas e l’associazione femminista Period Think Tank. Riunirà da tutta Italia lavoratori e lavoratrici del mondo tech, attivistə che si occupano di violenza digitale e di genere e associazioni per i diritti umani, per confrontarsi e sperimentare nuove tecnologie che possano rendere l’economia digitale equa, giusta e sostenibile. “Sempre più spesso, negli ultimi anni, la nostra attenzione viene richiamata dalle notizie relative a scandali o casi esemplari di violenza e ingiustizia algoritmica perpetrate da grandi piattaforme o dall’industria del Big Tech. È diventato impossibile trascurare la natura sistemica della violenza e dell’ingiustizia digitale, sociale e di genere che caratterizza questi episodi” – dichiara Lilia Giugni, ricercatrice presso l’Università di Bristol e co-promotrice del festival – “Risulta evidente che le tecnologie non sono neutrali, come le narrative delle grandi piattaforme vorrebbero farci credere, ma riflettono le dinamiche e i valori da cui sono nate e secondo i quali vengono fatte funzionare: capitalismo, patriarcato, discriminazione e forme di violenza e sfruttamento.” “È urgente una mobilitazione diffusa da parte della cittadinanza e delle istituzioni per far sì che le nuove tecnologie basate su sistemi di intelligenza artificiale non contribuiscano ad aumentare ancor di più le disuguaglianze sociali esistenti, in particolare quelle di genere” – dichiara Giulia Sudano, presidente di Period Think Tank, realtà co-organizzatrice del Festival – ”Senza un’attenzione alla qualità e alla tipologia dei dati utilizzati, come la mancata raccolta di dati di genere, e senza un dibattito trasparente e pubblico sulle finalità, modalità di utilizzo e governance di algoritmi e altri strumenti di apprendimento automatico, non sarà possibile costruire un’economia e un mondo digitale basato su cooperazione e giustizia sociale. Vogliamo invece costruirlo, e lo facciamo lanciando il festival Reclaim the Tech”. “Questo ha spinto diverse realtà e soggetti ad interrogarsi, nella pratica e nella teoria, su come immaginare nuove tecnologie che siano al servizio della collettività e dei singoli – dichiara Christopher Ceresi, attivista del TPO/Làbas, realtà co-organizzatrice del Festival – “È anche evidente, però, che un simile obiettivo è difficile da raggiungere attraverso iniziative e ricerche isolate. Per questo motivo abbiamo immaginato Reclaim the Tech come un contenitore che permetta il confronto, lo scambio di saperi e pratiche e la costruzione di reti tra coloro che si occupano, o semplicemente si interessano, di giustizia digitale. Solo così riteniamo di poter, per usare una citazione, “rubare gli strumenti al padrone”. Reclaim the Tech è un festival autofinanziato che vedrà oltre 70 proposte di attività tra tavole rotonde e laboratori a partire dalla sera di venerdì 5 e durante tutto il giorno di sabato 6 maggio. La domenica 7 mattina si svolgerà la plenaria del festival, con l’obiettivo di finalizzare delle proposte politiche per rendere più equa e giusta l’economia digitale. Sono previsti durante la tre giorni anche performance, esposizioni artistiche e banchetti di case editrici specializzate in nuove tecnologie e diritti digitali.