Da un lato c’è chi prova a fare un pressing ossessivo, dall’altro si oppone una resistenza passiva. Risultato, una guerra dei nervi che logora tutti, senza apprezzabili conseguenze per il sistema, senza ricadute sui problemi sanitari quotidiani dell’utenza capitolina e regionale. I vincitori delle elezioni spingono per uno spoil system estremo, hanno un sacco di amici da accontentare e di nemici da punire; la destra per tradizione non fa prigionieri e Rocca fatica a muoversi con la disinvoltura necessaria. Il buon senso gli consiglia prudenza e lui che all’inizio ha chiesto tutta l’autonomia necessaria, tenendo la delega sulla sanità si destreggia come può. La mossa di piazzare Giuseppe Quintavalle a governare (da commissario e praticamente gratis) la Asl più grande e complicata è una scelta importante. Un bilancio da Fiat, oltre 140 strutture in pancia, la portaerei della sanità laziale. Ci si augura che Tor Vergata non crei problemi, nel frattempo, ma bisogna anche pensare che il Policlinico è governato comunque da fedelissimi, e che il ministro Schillaci da quelle parti è di casa. Senza infamia e senza lode l’invio a Viterbo come commissario di Egisto Bianconi, vecchia conoscenza delle cronache sanitarie laziali. Era confinato alla direzione amministrativa della Asl Roma 2 e approda in una azienda sufficientemente tranquilla e che Daniela Donetti, oggi alla direzione del Policlinico S.Andrea, ha governato con pugno di ferro. E il trasferimento della potentissima Tiziana Frittelli, dg del San Giovanni Addolorata a Rieti, periferia del sistema sanitario laziale? Sospeso? Rimandato? Annullato? Anche in questo caso la Dg precedente, Marinella D’Innocenzo (dimessasi strategicamente in anticipo) ha portato in questi anni l’azienda reatina ad un livello di efficienza che sfiora l’eccellenza. Ma adesso? A chi tocca? Non è chiaro chi andrà ad occupare la poltrona della Asl Roma 6, al centro di un territorio che il Pd ha considerato sempre cosa propria, non è chiaro chi andrà ad occupare la stanza del potere del S. Giovanni Addolorata (se dovesse concretizzarsi l’ipotesi appena ventilata), incarico tra i più prestigiosi sul mercato. Ci sono poi dei Dg che al centro destra proprio non vanno né su né giù. Che ne sarà di loro? Da Nord a Sud ci sono manager della sanità (ex laziali) super accreditati pronti ad accorrere nella capitale. Le prossime settimane, i prossimi mesi potranno riservare sorprese.
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio