Emilia Romagna e Toscana sono stati tra gli ultimissimi casi, ma pian piano le regioni italiane stanno adottando diversi strumenti della “telemedicina” – sistemi tecnologici applicati a diversi aspetti dell’assistenza medica – per far fronte alla crescente domanda di servizi sanitari. Nel caso delle due Regioni del Centro Italia si è trattato di mettere in campo il cosiddetto teleconsulto, per favorire una rete capillare tra medici e operatori sanitari. “Il teleconsulto tra professionisti rende più efficiente la comunicazione e l’interazione tra medico di medicina generale e specialista – ha spiegato ad esempio Elisabetta Alti, direttore del dipartimento di Medicina generale della Asl Toscana centro – A livello di sistema crea un‘uniformità di trattamento e di cura realizzando quella condivisione della risposta ai bisogni che garantisce al cittadino, in completa sicurezza, un’assistenza migliore, una riduzione delle liste d’attesa per i problemi risolvibili con tale metodica e un minor accesso ai Pronto Soccorso, prevenendo le criticità”. Il teleconsulto è un atto medico in cui il professionista interagisce a distanza con uno o più medici per dialogare, anche tramite una videochiamata, riguardo la situazione clinica di un paziente, basandosi primariamente sulla condivisione di tutti i dati clinici, i referti, le immagini, gli audio-video riguardanti il caso specifico. Il teleconsulto tra professionisti può svolgersi anche in modalità asincrona, quando la situazione del paziente lo permette in sicurezza. Quando il paziente è presente al teleconsulto, allora esso si svolge in tempo reale utilizzando le modalità operative analoghe a quelle di una televisita. Lo scopo del teleconsulto è quello di condividere le scelte mediche rispetto a un paziente da parte dei professionisti coinvolti e rappresenta anche la modalità per fornire la seconda opinion specialistica ove richiesto. Il teleconsulto può essere svolto dai medici in favore di qualsiasi paziente, anche in condizioni di urgenza o emergenza e in generale non ha controindicazioni per la sicurezza del paziente. Il teleconsulto, addirittura, è da considerare preferibile ad altre modalità di consulto quando il paziente si trovi in condizioni di non trasportabilità, di difficile mobilità per cause cliniche o ambientali, oppure in condizioni di limitata libertà personale. Solitamente il teleconsulto non necessita di sistemi di videochiamata certificati come dispositivi medici, ma possono servire sistemi certificati per supportare i medici che durante la videochiamata necessitino di gestire file specifici (es. image viewer con funzione di diagnosi, Ris/ Pacs). Anche per il teleconsulto, come per la televisita, tutti i software utilizzati dovranno essere conformi alle norme di legge, alle indicazioni dell’Agid e alle indicazioni nazionali in materia di telemedicina oltre che rispettare le norme vigenti in ambito di privacy (Gdpr). Naturalmente questi strumenti vanno utilizzati caso per caso, con tutta l’attenzione dovuta alle specificità del singolo paziente e tenendo presente l’importanza, se non proprio l’assoluta necessità, che il contatto personale può avere in certe situazioni. Ma fatta questa dovuta tara, si tratta di mezzi che potrebbero permettere al sistema sanitario di crescere nelle sue prestazioni senza diminuire in qualità, anche tenendo bene a mente l’andamento demografico del Paese, che fa supporre un futuro in cui la domanda di assistenza potrebbe tendere a crescere ancora di più.