
Nel 2021 le persone anziane (65 anni e più) che dichiarano di essersi vaccinate contro l’influenza sono il 66,1%, valore sotto la soglia raccomandata dall’Oms (75%), quota peraltro non raggiunta neanche tra gli over 75 (73,2%). Lo rileva l’Istat, nel rapporto ‘La vaccinazione antinfluenzale in Italia: propensione e comportamenti nel 2021’, ricordando che ogni anno l’influenza stagionale è responsabile dai 3 ai 5 milioni di casi gravi in tutto il mondo e di circa 650mila decessi e che le complicazioni colpiscono principalmente le persone anziane, pertanto l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda che almeno il 75% di chi ha 65 anni e più si vaccini. L’emergenza da Covid-19 – rileva l’Istat – ha fatto sì che le autorità nazionali competenti ponessero, ancor più che in passato, l’accento sull’importanza di questa vaccinazione favorendone una maggiore copertura, con il risultato che nella stagione 2020-2021 risultano vaccinati due anziani su tre, nonostante le difficoltà di reperimento delle dosi in alcune specifiche realtà territoriali, a fronte di circa uno su due prima della pandemia. Nel 2021 le persone di 65 anni e più che dichiarano di essersi vaccinate contro l’influenza (nei 12 mesi precedenti l’intervista) sono il 66,1% (46,9% nel 2019 e 42,3% nel 2015, in crescita ma comunque al di sotto della soglia raccomandata dall’Oms. Quota, peraltro, non raggiunta neanche tra gli over 75 (73,2%, 59% nel 2019 e 53% nel 2015). La copertura vaccinale aumenta al crescere dell’età, con differenze di genere non significative: tra i 65 e i 74 anni ha fatto il vaccino antinfluenzale il 60,6% degli uomini e il 58,6% delle donne; tra gli ultrasettantacinquenni i valori sono rispettivamente 75,3% e 71,8%. Nella classe 15-64 anni il livello di vaccinazione risulta nettamente inferiore: solo il 14,5% degli uomini e il 16,4% delle donne.
La propensione a vaccinarsi non varia molto in base allo status socio-economico dell’anziano, mentre una significativa differenza si osserva relativamente al luogo di residenza, con una maggiore propensione a vaccinarsi nelle regioni del Centro Italia.
Oltre il 60% della popolazione non vaccinata nella classe di età 15-64 anni non ritiene di essere un soggetto a rischio e il 16% dichiara di non essere stato consigliato in tal senso da nessun medico.
Tra gli over 64enni non vaccinati il 15,7% è timoroso per possibili rischi e l’11% esprime dubbi sull’efficacia del vaccino. Il timore dei rischi è più presente tra gli over 74enni (20,9%) mentre nella popolazione giovane o adulta non vaccinata questi motivi sono poco diffusi (meno del 5%).
I motivi della mancata vaccinazione antinfluenzale variano sul territorio: nel nord-est e nelle isole non si sono sottoposti a vaccinazione per prudenza o timore dei rischi il 17,8% e il 19,9% degli anziani rispetto al 14-15% dei residenti nelle altre ripartizioni (15,7% media Italia). Il ritenere di non essere un soggetto a rischio riguarda circa un terzo degli anziani in qualunque ripartizione territoriale. La copertura vaccinale, prosegue l’Istat, è particolarmente importante nel segmento dei soggetti più vulnerabili specie se anziani. Tra gli over 64enni che dichiarano cattive condizioni di salute la propensione alla vaccinazione è più elevata della media, a conferma di come lo stato di salute sia rilevante nell’orientare le scelte in questo senso. Tra chi dichiara buone condizioni di salute, infatti, il ricorso alla vaccinazione è più basso (60,1%) rispetto a chi dichiara di trovarsi in cattive condizioni di salute (71,5%) o di chi presenta malattie croniche (69,1%), specie in situazioni di multi morbosità (71,8%). Tuttavia anche in questi gruppi di popolazione, emerge dal report, la copertura non raggiunge quella minima raccomandata dall’Oms e ritenuta il target da raggiungere tra gli obiettivi di programmazione sanitaria pubblica.
A frenare il ricorso alla vaccinazione nei più fragili sono anche i timori degli eventuali rischi conseguenti.
Il non ritenersi soggetto a rischio costituisce la motivazione prevalente per il 40% degli ultra64enni non vaccinati che dichiarano di trovarsi in buone condizioni di salute: percentuale che si dimezza tra chi dichiara di trovarsi in cattive condizioni di salute (18,5%). Tra questi ultimi, tuttavia, la quota di chi adduce la motivazione legata ai possibili rischi, in confronto, raddoppia (il 21,7% contro il 10% tra chi dichiara buona salute). Nei più fragili, risulta più elevata anche la quota di chi dichiara di non essersi vaccinato a causa di problemi di salute (15,5% rispetto al 5,7% del totale degli ultra 64enni non vaccinati).
Avere una malattia cronica o averne più di una condiziona le motivazioni di chi non si vaccina in maniera simile anche se meno netta. Tra le persone di 65 anni e più non vaccinate con almeno una malattia cronica non si ritiene a rischio il 29,5%, tale quota scende al 25,5% se le malattie croniche sono più di una. Non essersi vaccinato per timore dei rischi riguarda invece il 17,5% degli ultra64enni cronici e il 20,3% dei multicronici.