
A favorire la ripresa dell’inflazione è la spinta dei rincari dei prezzi degli alimentari, con il cambiamento delle abitudini di spesa dei pugliesi con 1 cittadino su 3 (36%) che va a caccia di prodotti freschi e di stagione anti spreco, ma cresce il numero dei consumatori (+28%) attenti a sconti, offerte e promozioni salva tasche. È quanto emerge dal sondaggio di Coldiretti Puglia condotto sul sito puglia.coldietti.it sulle scelte di acquisto dei prodotti alimentari con il balzo dell’inflazione con lo scoppio della guerra in Ucraina. I cittadini scelgono la vendita diretta perché questo modello risponde in pieno alle loro esigenze di sicurezza alimentare, di gusto e di contatto con la realtà. Ciò che guida la spesa del consumatore – evidenzia Coldiretti Puglia – non è soltanto il prezzo quanto piuttosto fattori qualitativi, come ad esempio la trasparenza su provenienza e ingredienti, la tutela della salute (94%), l’eticità (83%).
I prodotti a Km zero sono considerati una garanzia di cibo fresco e sicuro oltre che una soluzione per sostenere l’economia e lo sviluppo locale. Inoltre, rappresentano una scelta sostenibile dal punto di vista ambientale, dove lo spreco alimentare per gli acquisti fatti direttamente dal produttore agricolo è del 15-20% contro uno spreco del 40-60% per i sistemi alimentari della grande distribuzione. Questo perché i cibi in vendita sono più freschi, durano di più e percorrono distanze più brevi per arrivare al consumatore finale, inquinando meno.
Il risultato è che il valore della vendita diretta del cibo locale dagli agricoltori è salito in Puglia ad oltre 700 milioni di euro e coinvolge ormai oltre un’azienda agricola su cinque.
“Il km0 è divenuto anche uno strumento ‘salva tasche’ per i consumatori perché – aggiunge Coldiretti Puglia – i prodotti provengono dal territorio regionale e non subiscono eccesivi rincari per il trasporto a causa del caro gasolio (36%), per il rapporto qualità prezzo (28%), perché la stagionalità e la biodiversità garantiscono che i prodotti non siano importati con l’effetto a valanga del caro prezzi a causa della guerra in Ucraina”.