Il mercato dell’editoria chiude il 2022 con un piccolo rallentamento, registrando un lieve calo rispetto al 2021, con una flessione del 2,3%. Al contrario, Libraccio, la più grande catena di librerie indipendenti in Italia, registra nel 2022 un trend di crescita, con un bilancio che si chiude a quasi 90 milioni di euro di vendite (+7% rispetto all’anno precedente), 3 nuovi punti vendita aperti (Roma, Cremona e Asti) e oltre 560 eventi organizzati nelle varie sedi che, sempre più, si configurano come “hub” di iniziative culturali e di intrattenimento, capaci di aggregare le comunità locali intorno a presentazioni, mostre fotografiche, laboratori per bambini, club di lettura e di creare occasioni di dibattito e sensibilizzazione sui grandi temi contemporanei.
“Il 2022 è stato un anno ricco di soddisfazioni e sfide per Libraccio e per l’intero settore. Da un lato, infatti, siamo riusciti a tornare ai livelli pre-covid, grazie anche al contributo di misure come il Bonus Cultura o la Carta Docenti, che hanno non solo incentivato la spesa nel settore culturale, ma riportato, fisicamente, le persone in libreria. Dall’altro, invece, la crisi energetica e la guerra in Ucraina hanno impattato negativamente sull’intera filiera produttiva e di approvvigionamento”, commenta Edoardo Scioscia, nella foto, amministratore delegato del Gruppo.
E proprio la centralità delle librerie – con la loro capacità di lavorare in sinergia con l’online – sarà determinante per la crescita dell’editoria: “Secondo recenti dati Istat*, il 60% degli italiani non legge e, del restante 40%, solo il 15,3% fa parte dei cosiddetti lettori forti, con più di 12 libri letti in 12 mesi. La sfida, quindi, è riavvicinare giovani e meno giovani alla lettura”, aggiunge Scioscia.