
Il caldo anomalo di questi giorni in Piemonte mette in pericolo la produzione di frutta mentre rischiano di morire le api risvegliate dalle temperature primaverili. A lanciare l’allarme è Coldiretti Torino. Nei frutteti di Cavour, nel Torinese, si sono raggiunti i 15 gradi e con lo zero termico a 3mila metri nelle ore centrali, le coltivazioni sono ingannate dal clima. “Se questo inverno anomalo non lascia subito posto al normale freddo di gennaio – spiega Sergio Bunino, tecnico frutticoltore coordinatore della Commissione ortofrutta di Coldiretti Torino – c’è il forte pericolo che le piante percepiscano una falsa primavera e che, a febbraio, con un mese di anticipo, diano il via alla stagione vegetativa arrivando alle fioriture troppo presto”.”Se un albero da frutto fiorisce a marzo invece che aprile in un clima come quello pedemontano – aggiunge – è quasi sicuro che verrà esposto a un ritorno di freddo, magari con i frutticini che iniziano a svilupparsi. In questo caso i frutti muoiono e non ricrescono”. Ma a preoccupare è anche il comportamento delle api che stanno già uscendo dal letargo invernale per cercare nettare e polline che, però, non possono ancora trovare. Un grave danno, secondo Coldiretti, per le oltre 300 aziende apistiche del Torinese. “Quando le api percepiscono le temperature miti iniziano a uscire dall’alveare perché, per loro, è iniziata la primavera e immaginano di trovare fioriture nettarifere – spiega Claudia Roggero, apicoltrice, di Giovani Impresa Coldiretti Torino – inoltre, la Regina ricomincerà a produrre uova, al ritmo di duemila al giorno, con le nuove larve che dovranno essere nutrite proprio nel momento in cui saranno terminate le scorte invernali”. “Così, da una parte aumenta la popolazione dell’alveare – prosegue – e dall’altra le api bottinatrici consumano più energie nel volo senza trovare nulla da mangiare. Questo mentre le scorte sono state intaccate già dalla tarda estate per la cessazione prematura delle fioriture causata dalla siccità. Per non vederle morire abbiamo dovuto alimentarle artificialmente con fruttosio e candito”. Per il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici “bisogna varare adesso quelle misure strutturali che permettano di affrontare siccità, alte temperature e un clima che alterna bombe d’acqua a lunghi periodi di mancanza di precipitazioni. Piccoli invasi, sburocratizzazione per la trivellazione di pozzi nei campi, utilizzo delle acque depurate, uso plurimo delle acque per le derivazioni idroelettriche: sono tutte azioni che devono partire il più presto possibile se non vogliamo trovarci impreparati ad affrontare nuove emergenze”.