
Come funziona la notifica tramite Pnd, la Piattaforma notifiche digitali degli atti pubblici, strumento tecnologico centralizzato che dovrebbe consentire di passare dalle notifiche cartacee a quelle digitali? A chiarirlo è un focus di Centro Studi Enti Locali (Csel), realizzato per Adnkronos. L’amministrazione mittente produce il documento da notificare nativo digitale e lo trasferisce alla Pnd insieme al numero di protocollo e alle informazioni sul destinatario. La Pnd si fa carico delle operazioni di notifica, con una strategia che tiene conto della dotazione tecnologica del destinatario.
La Pnd tenta in prima battuta di inviare un avviso al destinatario, detto Avviso di avvenuta ricezione (Aar), usando come destinazione un suo domicilio digitale: quello di piattaforma (un indirizzo Pec che un destinatario che si è registrato sulla Pnd ha espressamente indicato per ricevere gli avvisi), quello speciale (eventualmente eletto per lo specifico affare a cui la notifica si riferisce e che l’amministrazione notificante comunica alla Pnd) oppure quello generale (cioè iscritto sui registri Ipa per le Pubbliche amministrazioni, Ini-Pec per professionisti e imprese o il futuro Inad per tutti gli altri). Se il destinatario non è dotato di un domicilio digitale, oppure se due tentativi di invio digitale falliscono, l’Aar viene inviato per posta raccomandata A/R o tramite ‘busta verde degli atti giudiziari’), secondo le indicazioni dell’amministrazione mittente.
Contemporaneamente, la Pnd invia anche un avviso di cortesia: tramite sms e/o e-mail se il destinatario si è registrato sulla Pnd e ha indicato un numero di cellulare e/o indirizzo e-mail e ne ha autorizzato l’uso per gli avvisi di cortesia; su app ‘Io’ se il destinatario ha attivato questa funzione nella app governativa.
In realtà, se il destinatario non ha alcun domicilio digitale e se la Pnd è riuscita ad inviare con successo l’avviso di cortesia, l’invio cartaceo dell’Aar viene ritardato di sette giorni, per consentire al destinatario di accedere alla Pnd e perfezionare la notifica, così da risparmiare sulle spese e consentire anche al destinatario meno equipaggiato l’esperienza di notifica digitale.
Infatti, la notifica si perfeziona, alternativamente: quando il destinatario accede alla Pnd (autenticandosi con un’identità digitale o usando, per un numero limitato di volte, l’Url contenuto nell’Aar) e apre il documento notificato; quando il destinatario ottiene la copia analogica del documento notificato presso un ufficio postale; per decorrenza dei termini, con tempi variabili in base al processo di notifica: in caso di destinatario con domicilio digitale, dopo sette giorni dalla consegna digitale dell’Aar oppure dopo quindici giorni dalla sua mancata consegna; in caso di solo domicilio fisico, dopo dieci giorni dalla consegna dell’Aar oppure dopo dieci giorni dal fallimento della sua consegna.
“A ben vedere, quindi, perché la Pnd funzioni correttamente, almeno nelle sue declinazioni totalmente o parzialmente digitali, c’è comunque bisogno – conclude Csel, che il destinatario abbia un domicilio (digitale o fisico) e non è la Pnd stessa un domicilio digitale. Infatti, a meno di modifiche normative epocali, non si può pensare di perfezionare una notifica con il mero deposito di un documento su una piattaforma, dal momento che non si può obbligare nessuno né a conoscere l’esistenza della piattaforma né a registrarcisi né a controllarla quotidianamente”.
Adnkronos