Vincenzo De Luca (nella foto) traccia un bilancio del 2022 positivo per quanto riguarda l’attività amministrativa della Regione. Un risultato che per il presidente della Giunta campana acquisisce un valore ancora più importante in un anno “straordinariamente difficile”, durante il quale la Regione “è riuscita a garantire sicurezza, credibilità e affidabilità sul piano nazionale”. Nel giorno della presentazione del bilancio annuale, De Luca guarda già al 2023, che per la Campania sarà caratterizzato da tre grandi battaglie, sulle quali la Regione vuole sfidare il Governo. I temi saranno la difesa della sanità pubblica, la battaglia per il Sud e per il lavoro e il rilancio del progetto di sburocratizzazione radicale del Paese. Sul 2022, De Luca si concentra su quelli che definisce “due grandi risultati politici”, ottenuti sul terreno dell’autonomia differenziata e del riparto del Fondo sanitario nazionale. “L’autonomia si trascina da anni e rischia di produrre una spaccatura dell’Italia e una marginalizzazione del Sud – spiega – ma siamo riusciti a imporre la nostra linea. E’ stata riconosciuta come pregiudiziale la definizione dei Lep, mettendo quindi in discussione il criterio della spesa storica, ma anche la necessità di evitare rotture su scuola e sanità”. Sulla sanità, De Luca rimarca “l’acquisizione, per la prima volta dopo 10 anni, dei criteri da usare nel riparto del Fsn, in cui noi siamo stati penalizzati di 200 milioni l’anno, quindi derubati in dieci anni di due miliardi. Dopo una battaglia durissima abbiamo ottenuto che, nel riparto, si debba tenere conto anche dell’aspettativa di vita, che in Campania è di due anni inferiore alla media nazionale, e della deprivazione sociale, ovvero del livello di povertà”. Nel 2023 la difesa della sanità pubblica sarà centrale nell’azione della Regione, perché “in Italia si sta smantellando il sistema sanitario pubblico. Non c’è altra spiegazione – ragiona – rispetto ai due miliardi di euro inseriti in legge di bilancio, in un settore in cui non abbiamo personale e servono 1,5 miliardi solo per tenere aperti gli ospedali”. Il secondo obiettivo è il piano lavoro per i giovani del Sud, da raggiungere attraverso “un concorso per l’assunzione di 300mila giovani meridionali nella pubblica amministrazione”. In questa situazione, fa notare De Luca, diventa difficile anche usare i fondi europei e sfruttare le risorse del Pnrr, perché “non esiste un ufficio tecnico adeguato nel 90% dei Comuni”. Resta sul tavolo la grande sfida della ‘burocrazia zero’, sulla quale De Luca si batte da tempo. “Uno sburocratizzazione da realizzare in parallelo al progetto sull’autonomia – precisa – su sette capitoli, delegando alle Regioni i pareri ambientali, quelli sugli impianti energetici regionali, sulle autorizzazioni per i piani paesaggistici, per la trasformazione urbanistica ed edilizia, per insediamenti produttivi e le aree Zes. Su questi sette temi – conclude -lanciamo una sfida sulla modernizzazione dello Stato, mentre sullo sfondo resta l’autonomia regionale”.