(di Tiziano Rapanà) Giunge il tempo del bilancio di fine anno e dei necessari propositi per quello a venire. Nicola Bertinelli, nella foto, presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano DOP, vede davanti a sé il sole della speranza: “Il 2023 sarà un anno importante, di grandi sfide. Dovremo affrontare tutti i problemi legati alla generale incertezza che caratterizza questi nostri tempi. Dovremo trovare un nuovo equilibrio che ci consenta di collocare sul mercato la produzione più alta della nostra DOP, quella del 2021, e di averla a un prezzo concorrenziale. Un prezzo che la mantenga accessibile ai consumatori e, al contempo, porti i giusti introiti alle nostre aziende, sempre più proiettate verso i mercati esteri”. Per far fronte a queste sfide, il Consorzio ha previsto un piano di investimenti dedicato alla comunicazione e allo sviluppo della domanda internazionale per 14,2 milioni di euro. Per Bertinelli, è una mossa quasi doverosa perché “negli ultimi anni, sono proprio questi ambienti ad aver rivelato una potenzialità maggiore”. L’Assemblea Generale dei Consorziati del Parmigiano Reggiano ha approvato recentemente un bilancio record, con ricavi totali pari a 56,5 milioni di euro. Di questi, ben 34,2 milioni saranno destinati a investimenti in marketing e comunicazione, con un aumento di oltre 4 milioni rispetto al 2022, perché l’obiettivo “rimane il mantenimento e lo sviluppo della domanda, in Italia e fuori dai confini nazionali”. Il Consorzio ha così sviluppato una strategia di investimento ben definita per affrontare le sfide del mercato e garantire la stabilità dell’azienda. Bertinelli ha bene in mente quale sarà la bussola che indicherà il futuro: “La nostra parola chiave dovrà essere stabilità. E abbiamo il dovere di mettere in campo tutte le azioni necessarie per garantirla, non come singole aziende, ma come Consorzio”. Stabilità è una bella parola, perché guarda al giusto mito della solidità. Niente rischi né scellerati colpi di testa. Avanti così su un percorso culturale che si preoccupa principalmente di seminare anziché raccogliere.