(di Tiziano Rapanà) Una buona notizia giunge dalla terra di Sardegna. Il prezzo dell’agnello locale Igp non potrà essere pagato sotto i costi di produzione stabiliti da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), a meno di 5,62 euro (Iva compresa). Questo dice il primo accordo di filiera nazionale per il rispetto della legge sulle pratiche sleali. È stato sottoscritto giorni fa a Macomer (in provincia di Nuoro), dal consorzio di tutela dell’agnello Igp di Sardegna, i fratelli Ibba srl-Abbi Group, Coldiretti Sardegna, Fdai e Stc Carni. Ma come si stima il prezzo di produzione dell’agnello? Ci si basa sui dati raccolti fatti da interviste dirette su un campione di aziende che nell’isola allevano pecore di razza Sarda. Vengono prese in considerazione solo le aziende aderenti al sistema di certificazione Igp per la produzione di agnelli. Ismea, recentemente, ha dato un quadro chiaro della situazione: “Nel 2022 il costo di produzione dell’agnello (esclusi ammortamenti e interessi sul capitale) è risultato mediamente pari a 5,11 euro/chilo peso vivo al netto dell’Iva”. C’è stato dunque un aumento importante rispetto ad un anno fa (addirittura del 10%): la colpa è tutta del caro bollette e delle temperature anomale, che hanno abbassato la disponibilità di foraggi. E ancora: “La componente preponderante del costo di produzione dell’agnello è rappresentata dalla manodopera (inclusa quella familiare), con un’incidenza media del 43%. Le spese per l’alimentazione rappresentano, invece, oltre un quinto dei costi totali”. Per Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna e del consorzio dell’agnello Igp locale, si tratta di un accordo storico: “Finalmente il prezzo scaturisce da una equa contrattazione nel rispetto di tutte le componenti della filiera, a cominciare da chi produce, in questo caso il pastore oggi tutelato ma che in passato ha sempre subito e non negoziato il prezzo di ciò che produce. La nuova norma, come voluto da Coldiretti, è uno strumento nato a tutela dell’anello debole della filiera. Adesso spetta a noi attuarlo e farlo rispettare fermando le speculazioni. Questa è la linea da seguire e da estendere a tutti i settori agricoli”. Anche il direttore del consorzio Alessandro Mazzette è soddisfatto di quanto accaduto: “Grazie a questo protocollo d’intesa il pastore ha la garanzia che per tutta l’annata i suoi agnelli non saranno mai pagati sotto i costi di produzione, dunque il prezzo non potrà mai scendere sotto i 5,62 euro al chilo (peso vivo) come stabilito da Ismea”.