Si chiama FexD, è un nuovo composto che in un modello murino si è dimostrato in grado di ridurre i livelli di colesterolo, bruciare i grassi, limitare il rischio di cancro del colon-retto e trattare le malattie infiammatorie intestinali. Sviluppato dagli scienziati del Salk Institute, il medicinale è stato descritto sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Il team, guidato da Ronald Evans, ha testato la formulazione in un modello murino.“FexD – riporta Evans – fornisce un nuovo modo per ripristinare l’equilibrio del sistema digestivo e curare le malattie infiammatorie, attualmente piuttosto complicate da contrastare”. La malattia infiammatoria intestinale (IBD), spiegano gli autori, comprende problematiche come la sindrome di Crohn e la colite ulcerosa, ed è caratterizzata da un eccesso di cellule immunitarie e citochine nell’intestino. I trattamenti esistenti, che funzionano principalmente sopprimendo l’intero sistema immunitario o mirando a singole citochine, sono efficaci solo in alcuni pazienti e comportano una serie di effetti collaterali.
Il gruppo di ricerca ha studiato il recettore Farnesoid X (FXR), una proteina regolatrice principale che rileva gli acidi biliari inviati al sistema digestivo per aiutare a digerire il cibo e assorbire i nutrienti. Gli esperti hanno quindi sviluppato una pillola, chiamata fexaramina, che attiva il recettore e può controllare i livelli di glicemia. Quando gli studiosi hanno somministrato una dose giornaliera di FexD orale a un modello murino con IBD, il farmaco è stato in grado di prevenire e curare l’infiammazione, lasciando inalterata la funzione del sistema immunitario. Il composto deve ancora essere ottimizzato per l’uso negli esseri umani e testato negli studi clinici, ma il team è ottimista su questi risultati preliminari.
“Questo lavoro – conclude Ting Fu, dell’Università del Wisconsin Madison, altra firma dell’articolo – fornisce informazioni importanti sui complessi legami tra salute intestinale e infiammazione e potrebbe portare alla definizione dei una terapia per IBD. La nostra strategia potrebbe essere potenzialmente molto efficace nel prevenire le riacutizzazioni”.