La frenata dell’economia sarà lunga. Il superindice dell’Ocse, concepito per anticipare di 6-9 mesi le tendenze economiche future, continua infatti ad indicare un «rallentamento della crescita» in gran parte delle grandi economie mondiali, Italia inclusa.
Come si legge in una nota dell’organismo internazionale con sede a Parigi, gli Indicatori Economici Avanzati (Ica) dell’Ocse «continuano a segnalare un rallentamento della crescita negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada, come anche nella zona euro, in particolare, in Germania, in Francia e in Italia», con sviluppi che, come nei mesi precedenti, «possono principalmente attribuirsi ad una elevata inflazione e ad un aumento dei tassi di interesse». Di fatto tutti i Paesi del G7 sono visti in frenata, con l’eccezione del Giappone per il quale si continua invece ad intravedere una dinamica di «crescita stabile». Tra le economie emergenti, si prosegue nella nota, «i segnali restano contrastanti. In Cina (settore industriale), l’Ica conferma i segni di «stabilizzazione della crescita», emersi nella valutazione del mese scorso e ora indica un andamento stabile, trainato dalla produzione di autoveicoli e dai prezzi delle azioni. Al contrario, in India e Brasile, gli Ica anticipano un «rallentamento», con una perdita di slancio dovuta rispettivamente alla debolezza delli indicatori monetari e all’andamento degli ordini nel settore manifatturiero. «Date le persistenti incertezze legate all’impatto della guerra in Ucraina», precisa l’Ocse, «le componenti potrebbero essere soggette a fluttuazioni più ampie del solito. Di conseguenza, gli indicatori dovrebbero essere interpretati con cautela e la loro entità dovrebbe essere considerata come un’indicazione della forza del segnale piuttosto che come una misura della crescita dell’attività economica».
Corriere.it