
Puoi chiamarle liste di proscrizione, o verifica degli obiettivi. Ma anche liste di salvataggio. Non è chiaro chi e come vincerà le elezioni regionali, ma se da un lato si prepara una nuova mappa del potere dall’altro si lavora per salvare il salvabile e traghettare in posti sicuri i fedelissimi che possono essere ancora utili. Grandi manovre, senza dare troppo nell’occhio, solo un occhio attento coglie le sfumature. C’è chi aspetta la chiamata e chi invece ha già prenota un posto in un’altra cordata, in un’altra regione. E pensare che ci sono mille problemi a partire da un Covid che rialza la testa, dalle liste d’attesa che non trovano pace, da polemiche a non finire nella capitale e nella periferia della sanità regionale. Zingaretti pensa a salvare i suoi anche se formalmente non dovrebbe esercitare più alcun potere. Ma chi c’è ad impedirglielo? Il Pd capitolino e laziale è in confusione, non ha ancora rinserrato le file. Prima c’era una sorta di controllo da parte degli uomini del ministro della salute Speranza. Ma anche lui adesso ha altro per la testa. Siamo in un vuoto di potere assoluto e possiamo solo aspettarci qualche mossa azzardata, qualche colpo di coda n elle tre-quattro poltrone che da tempo ormai sono contrassegnate da ripetuti punti di domanda. Con le segnalazioni, con le nomination, per ricalcare le orme del Grande Fratello, ci discostiamo poco dalla classifica della settimana scorsa. Si danno da fare in molti, e vanno segnalati, premiati. Accelerano Tiziana Frittelli, Giuseppe Quintavalle, Cristina Matranga , Marinella D’Innocenzo, si consolida la posizione di Narciso Mostarda. Altri galleggiano. Ha fatto la valigia Daniela Donetti, lascia uno staff solido in lutto stretto a Viterbo in attesa di approdare nello strano regno del Policlinico Universitario Sant’Andrea, nel quale, guarda caso, sta crescendo la tensione.