
Le danze sono cominciate, le pedine sulla scacchiera cominciano a muoversi. Promozioni, punizioni, avvicendamenti tattici. C’è chi sa, nelle segrete stanze, e chi immagina, intuisce, percepisce da tanti segnali. Molte poltrone scottano, molti aspiranti Dg scalpitano. Ha lasciato tutti a bocca aperta Angelo Tanese, che dopo aver governato la corazzata della sanità laziale, la Asl Roma 1, per anni, si trova paracadutato nel palazzo del potere più importante d’Italia, a Palazzo Chigi. Si troverà bene? Glielo augurano tutti, soprattutto i suoi collaboratori più stretti che lo salutano con le lacrime agli occhi. Un altro pezzo da novanta è Daniela Donetti, “promossa” dopo anni di onorato servizio a Viterbo dove ha fatto cose notevoli facendo crescere di peso la Asl locale. Destinazione Policlinico Universitario S.Andrea, dove si è appena liberata una poltrona. Una realtà piuttosto defilata nell’equilibrio dei poteri capitolini, ma comunque all’interno del raccordo anulare. Ci sono poi poltrone bollenti sia nella capitale che nella cintura metropolitana, con manager insofferenti, scontenti, a disagio e malsopportati. Tipologie specifiche per indicare personaggi precisi. Chi ha voglia di approfondire lo faccia. Punti interrogativi? Francesco Vaia, direttore generale dello Spallanzani, cederà alle lusinghe della politica? Ci sono un altro paio di manager in movimento, corteggiati dalla politica o alla ricerca della sponda giusta per non essere tagliati fuori dai giochi. Qualcuno ha gettato sul tavolo dei dati, dei bilanci di ospedali e Asl per seminare zizzania. Ma il potere politico dei conti si interessa poco e ragiona in termini di potere. Vale più il controllo di una Asl periferica o di un ospedale capitolino’ Sulla lavagna nella lista dei buoni e bravi confermiano i Dg che più si sono mossi e si stanno muovendo, quelli che comunque dimostrano di avere idee e una strategia in testa. Come Tiziana Frittelli, Marinella d’Innocenzo, Cristina Matranga, Giuseppe Quintavalle, Narciso Mostarda, Daniela Donetti. Gli altri si perdono per strada o rinunciano all’iniziativa.
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio