Il terminal container del porto di Taranto, affidato in concessione al gruppo turco Yilport, si affida a un giovane manager per riprendere il largo dopo le difficoltà dei primi due anni, uno dei quali segnato dalla pandemia. Cosimo Palagiano, tarantino, è il nuovo direttore del terminal. Era già responsabile dell’operativo e subentra a Raffaella Del Prete, che ha lasciato consensualmente l’incarico per approdare a Global Ports, società che si occupa in alcuni porti, tra cui Taranto, dei servizi a terra ai croceristi. Yilport – incontrando Authority e sindacati – ha inoltre dichiarato di aver riorganizzato il marketing, confermato le nuove 40 assunzioni entro fine anno al terminal, che ora ha 120 addetti in organico, annunciato nuove commesse in arrivo e fatto il punto su investimenti e ammodernamenti dell’infrastruttura.
Sergio Prete, presidente dell’Autorità portuale del Mar Ionio, porto di Taranto, dichiara: “Abbiamo preso atto di questa ristrutturazione globale e locale annunciata da Yilport che prevede una revisione delle azioni su Taranto e in generale. Abbiamo preso atto di qualche accelerazione che c’è stata su alcuni interventi, ma siamo in attesa del preannunciato sviluppo dei traffici. Su questo monitoreremo. E le scadenze di verifica sono già state fissate”. Per i sindacati dei trasporti Cgil, Cisl e Uil, c’è “un cambio di approccio della società nelle relazioni industriali e nella manifestata volontà di relazionarsi di più e meglio con il territorio, oltre che di iniziare finalmente a valorizzare le professionalità locali”. Gli ultimi dati dell’Authority indicano a luglio 2022 un aumento dei container del 6,5 per cento e dei teu (unità di misura dei container) del 32,6 per cento, mentre nel primo semestre dell’anno, in raffronto al 2021, l’aumento dei container è stato del 537 per cento e dei teu del 448 per cento, ma si tratta di numeri che scontano un 2021 molto basso.
“Dopo il blocco della pandemia e adesso della guerra”, dice Salvatore Toma, presidente di Confindustria Taranto, !auspichiamo che il terminal Yilport cominci ad intensificare i traffici. Abbiamo anche la ferrovia nel porto, cosa che raramente abbiamo negli altri porti d’Italia, e i presupposti per far bene ci sono tutti. Non bisogna dare la colpa solo alla pandemia ma ha comunque frenato tantissimo. Tuttavia dalle interlocuzioni che come Confindustria abbiamo avuto con la nostra associata Yilport, notiamo che c’è voglia di sbloccarsi e di cominciare a crescere, che è nel loro e nel nostro interesse”.