La produzione di vino siciliano nel 2002 è in flessione del 5%, ma la qualità sarà “eccellente”. “E’ stata un’annata con temperature sopra le medie stagionali ma che si è distinta in particolar modo per le scarse precipitazioni già a partire dall’inizio dell’anno”, spiegano Assoenologi, Unione Italiani Vini e Ismea in una nota congiunta.
Le piante hanno utilizzato molte delle riserve accumulate durante gli ultimi mesi del 2021 mostrando un’ottima capacità di adattamento e di resistenza. Nonostante gli evidenti cambiamenti climatici, in Sicilia l’inverno è stato generoso dal punto di vista pluviometrico soprattutto nel mese di novembre, consentendo accumuli sopra i 300 mm. La successiva primavera è stata asciutta, si sono registrati di media 22 mm di pioggia da marzo a maggio e con criticità evidenti nel mese di giugno. Le piante godono di un ottimo stato sanitario in quanto il caldo costante e la bassa umidità hanno bloccato la diffusione delle principali malattie della vite. La persistenza di un regime siccitoso e di temperature sopra la media avrebbero potuto causare una leggera riduzione della percentuale di allegagione di alcune varietà. Tuttavia, le piogge di agosto hanno dato refrigerio, in molti areali della Sicilia, alle piante consentendo una ripresa vegeto-produttiva positiva che ha determinato una situazione favorevole. Le uve sono in uno stato fitosanitario sano e di eccellenza che fanno presagire ad una vendemmia di qualità superiore alla media degli ultimi anni.
La vendemmia è iniziata a fine luglio, con un anticipo da 2 a 5 giorni rispetto allo scorso anno, con lo Chardonnay e il Pinot grigio per le basi spumante. L’annata 2022 sarà sicuramente annoverata “fra le migliori per l’ottima qualità dei vini che si prevede allo stato attuale, anche se con una resa inferiore allo scorso anno”.