Un impegno da parte delle imprese per offrire un “lavoro degno” e una stoccata alla politica dai “corti orizzonti” e dalle “false priorità”. Il leader degli industriali italiani, Carlo Bonomi, ha tenuto il suo intervento di fronte al Santo Padre in un “evento straordinario”, l’assemblea della Confindustria in udienza nell’Aula Nervi.
“In questa nostra Italia, avvertiamo, oggi più che mai, il dovere di offrire il nostro contributo centrato sulla definizione condivisa di un ‘lavoro degno‘”. “Non è così, purtroppo, nella nostra Italia”, ha detto Bonomi sottolineando tra i diversi punti le “infime retribuzioni” e sottolineando: “Questo non riguarda in alcun modo l’industria. Quelli non siamo noi!”. Il tema del salario minimo “non ci tocca”, ha quindi ribadito.
“Oggi che gli orizzonti della politica sembrano sempre più corti e schiacciati su false priorità, avvertiamo più che mai la necessità di progetti di lungo orizzonte, come unica via per dare risposta ai drammatici problemi della società italiana”, ha poi proseguito Bonomi non soffermandosi oltre sulla fase politica. “Crediamo profondamente – ha spiegato – che sia proprio l’industria, la nostra industria, a poter costituire il primo motore di un vero, nuovo, umanesimo industriale, ad essere progettista di futuro”. “Siamo qui riuniti per un evento straordinario: l’Udienza del Santo Padre all’Assemblea Pubblica di Confindustria. Una decisione assunta mesi fa, quando certamente non avremmo immaginato che si sarebbe tenuto a pochi giorni dalle prossime elezioni politiche in Italia”, ha detto Bonomi iniziando il suo intervento in Aula Nervi. “Ma a maggior ragione, oggi – ha proseguito -, siamo persuasi di aver compiuto una scelta lungimirante. Non solo è del tutto coerente con la storia della nostra Associazione, che è autonoma, agovernativa e apartitica e propone e risponde solo nel merito degli interventi legislativi, ma soprattutto questa scelta ci consente un ulteriore passo avanti nel rapporto che Confindustria ha l’onore di avere con sua Santità. Un rapporto diretto che già il 27 febbraio del 2016 vide il Santo Padre ricevere in Udienza numerosi imprenditori di Confindustria guidata dall’allora amico e presidente Giorgio Squinzi”.
Facendo il punto sulla situazione del Paese, Bonomi ha spiegato: “Oggi, a procurarci grande preoccupazione non sono solo gli effetti della spaventosa guerra in corso in Ucraina, i costi dell’energia e la perdurante bassa occupazione nel nostro Paese, ma l’onda di smarrimento, sfiducia e sofferenza sociale che esprime una parte troppo vasta della società italiana”. “Una sofferenza – aggiunge – alla quale sentiamo l’urgenza di provare a dare una risposta, insieme a tutti gli altri attori della società, convinti che la direzione verso cui andare è quella di garantire il lavoro, che è certamente la questione chiave. Lavoro che Voi, Santo Padre, avete definito nelle sue caratteristiche: ‘libero, creativo, partecipativo e solidale’. Quel lavoro ‘nel quale l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita’. Siamo consapevoli dei nostri doveri verso la società. Non abbiamo alcuna pretesa di essere perfetti”.
Papa Francesco ha riconosciuto dal suo canto che “questo tempo non è un tempo facile, per voi e per tutti. Anche il mondo dell’impresa sta soffrendo molto. La pandemia ha messo a dura prova tante attività produttive, tutto il sistema economico è stato ferito. E ora si è aggiunta la guerra in Ucraina con la crisi energetica che ne sta derivando”. “In queste crisi soffre anche il buon imprenditore – ha sottolineato il Pontefice -, che ha la responsabilità della sua azienda, dei posti di lavoro, che sente su di sé le incertezze e i rischi”. Secondo Francesco, “nel mercato ci sono imprenditori ‘mercenari’ e imprenditori simili al buon pastore (cfr Gv 10,11-18), che soffrono le stesse sofferenze dei loro lavoratori, che non fuggono davanti ai molti lupi che girano attorno”. “La gente sa riconoscere i buoni imprenditori – ha aggiunto -. Lo abbiamo visto anche recentemente, alla morte di Alberto Balocco: tutta la comunità aziendale e civile era addolorata e ha manifestato stima e riconoscenza”.
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