(di Tiziano Rapanà) Ed è sempre dalla provincia che arde la fiamma della ripartenza. Da qui, si recupera l’attivismo per ritornare ad un gusto pieno della vita e quindi ad una vitalità piena, anche sfacciata, nemica della retorica tutta romana del damose da fà. Qui si è operosi senza concessioni a lagnanze o fesserie varie. Vi parlo del piccolo miracolo d’Abruzzo, avvenuto a Penne in provincia di Pescara. Nel piccolo borgo, di più di 11mila abitanti, è rinata la festa della Madonna della Libera. Dopo 18 anni di fermo, ieri si è tornata la tradizione a splendere con un programma di tutto rispetto fatto di celebrazione delle Sante Messe con la benedizione dei panini, la processione della Madonna adornata dalla presenza del complesso bandistico cittadino e il gran finale affidato ad un gruppo folk locale. Tutto questo si deve alla benedetta ostinazione delle donne del comitato della festa. Il miracolo è quindi reale, iperterreno, non ha nulla a che spartire con una dimensione metafisica che pure viene onorata nella maniera più giusta. Il Centro ha scritto diffusamente ieri sul gruppo di eroine che ha spinto per il gradito ritorno. Il comitato è formato da questa energia positiva e propositiva che riesce a raggiungere gli obiettivi: cito innanzitutto la presidente Antonietta Cantagallo, eppoi Ania Sanità, Marilena Giovanetti, Maria Carmela Procacci, Annamaria Mazzaluna e Federica Vellante. Sono contento di questo ritorno così atteso per la comunità, che ha festeggiato con giubilo la Madonna. Prendiamo esempio da questa piccola storia abruzzese per fabbricare un seme di risorgimento per il nostro Paese.