Senza neanche entrare nel merito, Il TAR Lazio ha rigettato l’istanza di sospensiva dei titolari della Sfattoria degli ultimi, che lunedì si sono visti notificare un provvedimento dell’Asl Roma1 che dispone l’abbattimento dei maiali e dei cinghiali, ospitati nella struttura di via Arcore a Roma: in tutto circa 130 animali. Il giudice monocratico non ha preso in esame le ragioni avanzate dai titolari e dalle associazioni animaliste intervenute ad adiuvandum (Enpa, Leal, Leidaa, Lndc e Oipa), ma ha respinto l’istanza non ravvisando, allo stato degli atti, un “caso di eccezionale gravità e urgenza, tale da non consentire neppure la previa notificazione del ricorso e la domanda di misure cautelari provvisorie con decreto presidenziale”. Non ci sarebbero, insomma, i presupposti per l’urgenza. A questo punto i ricorrenti trasformeranno l’istanza in ricorso ordinario con richiesta di sospensiva. I tempi per la discussione dovrebbero comunque essere brevi.
“La motivazione addotta per respingere l’istanza – commentano le associazioni Enpa, Leidaa, Lndc e Oipa – è a dir poco sorprendente: non c’è urgenza quand’è in ballo la vita di 130 animali? L’urgenza c’è e ci sono le motivazioni per annullare il provvedimento che dispone gli abbattimenti. Solo che queste ragioni devono essere esaminate: è quanto chiederemo nel nuovo ricorso. Nel frattempo, cioè finché non si entrerà nel merito, diffidiamo l’Asl Roma 1 dal procedere agli abbattimenti”.