
Il consumo di quantità anche moderate di alcol è associato a livelli di ferro più elevati nel cervello, il che potrebbe aumentare il rischio di sviluppare condizioni di declino cognitivo, come la malattia di Alzheimer o il morbo di Parkinson. Questi, in estrema sintesi, sono i risultati di uno studio, pubblicato sulla rivista ‘Plos Medicine’, condotto dagli scienziati dell’Università di Oxford, che hanno valutato i rischi associati all’assunzione di alcolici su base settimanale. Il team, guidato da Anya Topiwala, ha considerato i dati di 20.965 persone raccolti presso la biobanca britannica.I partecipanti, che avevano riferito il proprio consumo di alcol, sono stati sottoposti a risonanza magnetica. I ricercatori hanno valutato la funzione cognitiva e motoria di tutti gli individui, e per settemila persone sono stati anche rilevati i livelli di ferro sistemico nel fegato. L’assunzione media di alcol è stata di circa 18 unità a settimana, pari a circa sette lattine e mezzo di birra, o sei bicchieri di vino. Stando a quanto emerge dall’indagine, il consumo di alcol al di sopra delle sette unità settimanali era associato a valori di ferro più elevati. L’accumulo di ferro in alcune regioni del cervello, inoltre, era correlato a una peggiore funzione cognitiva. “Questo è il più ampio studio condotto finora sulla relazione tra consumo di alcolici e funzione cognitiva – conclude Topiwala – nonostante le limitazioni del nostro lavoro, questi risultati confermano la teoria, già ampiamente sostenuta dagli esperti, che ridurre i consumi di alcolici nella popolazione generale potrebbe migliorare le condizioni di salute di moltissime persone”.