Non solo il ritorno di grandi produzioni e divi internazionali. Ora anche l’Economist, il settimanale inglese tra le più autorevoli pubblicazioni mondiali su politica, commercio, attualità globale, accende le luci su Cinecittà e sul rilancio dei suoi Studi. In un articolo apparso ieri sera intitolato ‘Può Cinecittà diventare il principale film hub d’Europa?’, l’Economist sottolinea i cambiamenti della Hollywood sul Tevere. ”Con i finanziamenti nazionali del Recovery Plan, gli Studios stanno vivendo una fase espansiva di portata storica”, scrive il settimanale che, in un’intervista all’Ad di Cinecittà Nicola Maccanico, elenca alcuni punti focali del piano industriale degli Studios: l’incremento dei teatri di posa (dai 19 esistenti – che si vanno ristrutturando tecnologicamente – a ulteriori nuovi 8) all’estensione dei set per riprese all’aperto (con un’acquisizione possibile di oltre 15 ettari di terreno – con un incremento degli spazi tale da raddoppiare la capacità produttiva del sito) fino ad arrivare alla dotazione del più grande ledwall d’Europa, per riprese virtuali ad altissima qualità, in linea con gli standard americani. L’Economist cita il ministro della Cultura Dario Franceschini riguardo alla crescita vertiginosa che anche in Italia coinvolge la produzione di film, serie e documentari. Una ripresa delle attività certificata già dall’attuale riempimento di tutti i teatri di posa di Cinecittà per il 2022, con produzioni di film e serie, italiani e internazionali. “Questo era un posto dove la gente veniva a sperimentare la storia del cinema e dove, ogni tanto, qualcuno veniva a fare un film”, sottolinea Maccanico che parla di una fase attuale di consolidamento per i grandi player del settore ricordando alcuni capisaldi dell’attrattività produttiva del nostro paese e di Cinecittà: il tax credit, la straordinaria esperienza delle maestranze di Cinecittà e, ovviamente, la bellezza di Roma. (Spe/Adnkronos)