Un’indagine svolta dal centro studi di Confcommercio Calabria rivela come molte imprese cerchino personale, senza trovarlo. La ricerca è stata condotta su un campione di 230 imprese attive nel terziario, di cui poco meno della metà con sede in provincia di Cosenza (48%). Si tratta per lo più di imprese di piccole dimensioni. Il 51,6% di loro infatti impiega da 1 a 3 dipendenti. L’obiettivo del sondaggio era quello di far emergere quale fosse il livello di domanda e quali siano le cause che, secondo gli imprenditori, rendono difficile l’occupare i posti di lavoro. Dal dossier emerge chiaro come il 52,6% delle imprese vuole assumere, ma di queste 8 su 10 non trovano dipendenti nonostante la volontà di incrementare il proprio organico fino al 10% degli impiegati attuali. Servizi (23,2%), dettaglio alimentare (20%), ristorazione (17,9%) e ricettività (12%) sono le aree con le più alte previsioni di nuovi addetti entro il 2022, spinte anche dalla voglia di riportare il giro d’affari ai livelli pre-pandemici. Alla domanda se nel corso di quest’anno prevede un incremento del giro d’affari, infatti, il 56,8% ha risposto “sì”, mentre il 26,3% non prevede variazioni e il 16,8% invece prevede un decremento. Tutti dati che spingono le imprese alla ricerca di personale. Tra le figure più richieste spiccano: commessi, addetti alla reception, banconisti, responsabili di sala, cuochi, aiuto cuoco, camerieri, addetti alla segreteria, informatici, operai.
Posti che rischiano di rimanere vacanti soprattutto in ambito ristorativo/alberghiero, dove quasi il 70% delle imprese lamenta la forte difficoltà nel reperimento di nuove risorse umane. In merito alle cause alle quali è legata la difficoltà di reperire personale, secondo il campione intervistato, troviamo la mancanza di competenze di base (49,5%), indisponibilità a lasciare il reddito di cittadinanza (48,5%), scarso interesse per la mansione proposta (35,8%), indisponibilità a orari/giorni proposti (23,2%), retribuzione giudicata troppo bassa (20%).