
(di Tiziano Rapanà) Chiedo che si faccia qualcosa di concreto affinché le Terme di Caramanico riaprano quanto prima. La situazione è preoccupante, da quasi tre anni perdura questo stato di afflizione. Con la procedura fallimentare della Società delle Terme si è pensato ad un possibile sviluppo, uno sblocco di uno stallo, ma le cose non sono cambiate e non so quanto durerà. Le terme di Caramanico sono un’eccellenza abruzzese: “Sono tra le poche in Italia – riporto dal sito della struttura – a poter contare su due acque minerali tra le migliori d’Europa, una solfurea con proprietà antinfiammatorie e l’altra oligominerale diuretica. Proprio l’efficacia di queste benefiche acque sorgive, abbinata a strutture funzionali e personale altamente specializzato, permette di offrire una vasta gamma di terapie che svolgono un’importante attività di difesa della salute nelle fasi di prevenzione, cura e riabilitazione”. Posso testimoniare anch’io l’efficacia delle cure termali, che mi hanno protetto da i soliti malanni stagionali. Bisogna tenere in vita la struttura, costruendole attorno un progetto extra-termale: un festival della letteratura o delle tradizioni abruzzesi, un evento che onori il folklore locale. Non lasciamo che la struttura subisca la trappola del tempo, che fa rifiorire l’incuria e la sciatteria. Spero possa ritornare in vita anche la chiesa di Santa Maria Maggiore, che da alcuni anni è inagibile. Vi aggiornerò se ci saranno delle buone novità. In attesa di una felice evoluzione, continuerò a scrivere delle tribolazioni che vive Caramanico, perché voglio riuscire a stimolare delle iniziative che possano risolvere gli antichi problemi.