I contratti di affitto, dopo due anni di calo, sono tornati a crescere: sono 5,6% le famiglie italiane che hanno fatto ricorso a un affitto superiore ai 6 mesi nel 2022 rispetto al 4,2% del 2021. Lo rivela l’“Indagine Nomisma 2022 sulle famiglie italiane”, secondo cui le famiglie italiane che prevedono per il prossimo anno una difficoltà nel pagamento del canone di locazione sono il 31,4% di quelle in affitto (era il 27,9% nel 2021) ma il dato resta distante al 40,9% registrato nel 2020. Sul fronte mutuo il dato percentuale è meno negativo: dal 16,2% del 2021 al 16,7% dell’anno in corso.
La scelta relativa all’affitto è considerata dal 58,7% delle famiglie italiane l’unica opzione percorribile considerata la mancanza di risorse economiche a disposizione. Non manca però la componente familiare che non desidera impegnarsi in un investimento oneroso: sono il 15,3% delle famiglie. Secondo Marco Marcatili, responsabile sviluppo Nomisma, “se nella fase pre-pandemica la domanda delle famiglie ricadeva sulla casa e non sull’abitare, oggi la situazione è molto diversa. L’emergenza sanitaria ha mostrato le inadeguatezze e i nuovi bisogni legati alle soluzioni abitative delle famiglie italiane. Ecco che diventa necessario passare da un abitare sociale ad un abitare arricchito, capace di comprendere tutte le diverse forme di vulnerabilità e le altre componenti perché si giunga a una risposta credibile per le domande complesse di tutti i nuclei famigliari”.
Per Mercatili, “siamo in un contesto di forte sfiducia. Ci sono 10,3 milioni di famiglie che non hanno fiducia nei propri mezzi e nell’evoluzione del sistema economico e 9,3 milioni di famiglie invece hanno fiducia del proprio contesto familiare, ma non in quello economico generale. Tuttavia, sono proprio questi nuclei che ci riportano una tendenza caratterizzata da una nuova domanda abitativa legata soprattutto alla ricerca di un’abitazione in grado di migliorare le condizioni e le relazioni famigliari. Ad oggi, sono 3,5 milioni le famiglie interessate a ricercare una nuova condizione abitativa, di cui 880 mila quelle che avranno reale possibilità di farlo, in linea con le 750 mila compravendite che prevediamo quest’anno”.