
“I posti di lavoro si creano sostenendo le nostre aziende, si creano sostenendo il made in Italy”. Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nella foto, giorni fa, a margine della visita presso l’azienda Titagarh Firema di Caserta, una società italiana attiva nel settore metalmeccanico e operante nella progettazione, costruzione e riparazione di materiale ferroviario. “I posti di lavoro si salvano anche quando rispetto a una guerra che sta mettendo in difficoltà alcune imprese italiane che lavoravano con la Russia e l’Ucraina – aggiunge – noi abbiamo creato al ministero degli Affari Esteri un’unità di crisi che aiuta le imprese a trovare nuovi sbocchi di mercato. Ma ci sono imprese in crisi in tutto il mondo perché la guerra provocata da Putin sta destabilizzando i mercati: non si usino scuse rispetto a questo, non si usino ambiguità. Oggi c’è un invasore in Ucraina che ha determinato non solo una crisi economica ma anche una crisi alimentare”. E ancora: “E’ un grande momento di rilancio per il settore aerospaziale. In tutto il mondo sta esplodendo la space economy che sta producendo enormi opportunità per le università per le piccole imprese, per le medie imprese, per le grandi aziende”. “Da ministro degli Esteri posso assicurare che negli ultimi 3 mesi non mi sono e non ci siamo risparmiati come governo per fare due cose – elenca – per l’energia abbiamo recuperato quantità di gas da altri paesi, e nello stesso tempo stiamo conducendo col presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro Roberto Cingolani la battaglia in Europa per il tetto massimo al prezzo del gas che è fondamentale in questa fase storica”. Il titolare della Farnesina sottolinea come le speculazioni finanziarie stiano facendo lievitare i prezzi del gas e ribadisce come si sia fatto “un passo in avanti” a livello europeo. “L’Italia è stata accontentata nella richiesta di lavorare con la Commissione per il tetto massimo del prezzo del gas – ricorda- portiamo a casa il risultato definitivo e per e permettiamo alle aziende di essere competitive. Non possiamo consentire che un’azienda che paga il 200% in più del prezzo dell’energia elettrica, possa essere competitiva con quella di un altro continente dove questi prezzi non ci sono”.