Separazione più netta fra giudici e Pm: si va verso un solo passaggio in carriera tra funzione giudicante e requirente. Arriva il fascicolo per la valutazione annuale della performance per i magistrati. Nei consigli giudiziari voto unitario espresso dalla componente degli avvocati sulla professionalità delle toghe. Stop alle nomine a pacchetto per gli incarichi di vertice negli uffici. Più poteri al procuratore nell’organizzazione dell’ufficio. È la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura, approvata alla camera e ora all’esame del senato: contiene la delega al governo ma anche disposizioni subito applicabili. Contro il disegno di legge l’assemblea nazionale dell’associazione nazionale magistrati ha deliberato un giorno di sciopero. «In questo passaggio abbiamo proposto la riforma migliore possibile, ben consapevoli che sempre tutto è perfettibile», ha spiegato la guardasigilli Marta Cartabia durante il voto a Montecitorio.
Sola andata. Sono oggi ammessi quattro passaggi tra giudicante e requirente nel corso della carriera. Con una norma immediatamente precettiva, il ddl introduce la regola per cui si può cambiare funzione una volta nel corso della carriera entro nove anni dalla prima assegnazione; trascorso tale periodo, è permesso per una sola volta al giudice di diventare Pm, a patto che l’interessato non abbia mai emanato verdetti nel penale, oppure al Pm di divenire giudice civile o del lavoro in un ufficio diviso in sezioni, a condizione che il magistrato non si trovi, neanche in qualità di sostituto, a svolgere funzioni giudicanti penali o miste; disposizioni specifiche sono dettate quando il cambio di funzioni avviene al conferimento delle funzioni di legittimità: resta fermo che il magistrato che svolge funzioni requirenti può diventare consigliere di Cassazione e di presidente di sezione.
Sulla separazione giudici e pubblici ministeri pende uno dei cinque referendum previsti per il 12 giugno: in caso di approvazione del ddl spetterà alla Suprema corte decidere se sul quesito si voterà o no. Ed è probabile che piazza Cavour opti per la conferma della consultazione popolare sul punto, visti gli orientamenti degli ultimi anni: il quesito posto alle urne punta a eliminare ogni passaggio tra funzioni e ci sarebbe comunque una differenza significativa tra riforma e referendum.
Folder personale. È introdotto il fascicolo per la valutazione del magistrato, da tenere in considerazione anche in sede di attribuzione degli incarichi direttivi e semidirettivi, oltre che in sede di verifica della professionalità. Presso l’ufficio di appartenenza della toga si tiene un folder personale che conterrà per ogni anno di attività i dati statistici e la documentazione necessaria per valutare il complesso dell’attività svolta dall’interessato, compresa quella cautelare; il tutto sotto il profilo sia quantitativo sia qualitativo, considerando la tempestività dell’adozione dei provvedimenti, la sussistenza di caratteri di grave anomalia in relazione all’esito degli atti e dei provvedimenti nelle successive fasi o nei gradi del procedimento e del giudizio e ogni altro elemento rilevante. Sulla valutazione ora pesa il rispetto dei programmi annuali di gestione dei procedimenti. I fatti accertati in via definitiva nei procedimenti disciplinari, poi, devono comunque essere oggetto di valutazione per la progressione della carriera. Di più: reiterati giudizi negativi hanno effetto sulla progressione economica e sull’attribuzione delle funzioni.
Accesso semplificato. Per il concorso in magistratura, via Arenula determina ogni anno il numero di posti che diventeranno vacanti nei quattro anni successivi e bandisce di conseguenza la tornata annuale entro il mese di settembre. L’obiettivo è abbandonare il modello del concorso di secondo grado, in modo da ridurre i tempi che passano tra la laurea e l’immissione in ruolo. Cambia l’esame: da riformare le prove scritte (tre, sulle capacità del candidato di inquadrare i problemi) e orali, con la riduzione delle materie. Tirocini formativi negli uffici giudiziari anche ai laureandi in giurisprudenza. Palazzo Chigi, fra l’altro, è delegato a ridurre gli incarichi direttivi e semidirettivi delle toghe, rivedendo i criteri di assegnazione. Per evitare le nomine a pacchetto per i posti di vertice si seguirà l’ordine di vacanza, vale a dire l’ordine cronologico delle scoperture, salvo deroghe per gravi e giustificati motivi e ad eccezione dei posti di primo presidente e procuratore generale della Cassazione, che hanno natura prioritaria. Arrivano norme di trasparenza, sul sito intranet del Csm saranno pubblicati gli atti e i curricula. Inoltre si prevede l’obbligo di audizione obbligatoria di non meno di tre candidati per il posto vacante. Vietato presentare contemporaneamente più di due domande per ciascun magistrato. Corsi di formazione per tutti dalla scuola superiore della magistratura: chi punta a incarichi semidirettivi e direttivi deve avere capacità di analisi e elaborazione dei dati statistici, oltre che organizzative.
Criteri di priorità. Possibile diventare consigliere di Cassazione dopo dieci anni e non più 16 di esercizio delle funzioni di merito; quanto al massimario, metà dei componenti dell’ufficio può essere destinata dal primo presidente a svolgere funzioni giurisdizionali. Per gli uffici giudicanti di tutta Italia, poi, le tabelle organizzative valgono per quattro anni invece di tre. E quelli requirenti? Il procuratore deve predisporre un «progetto organizzativo dell’ufficio» con «le misure» necessarie a garantire «l’efficace e uniforme esercizio dell’azione penale». Il tutto indicando «criteri di priorità» le notizie di reato da trattare con precedenza nell’ambito dei criteri generali deliberati dal Parlamento. E tenendo conto del numero degli affari da trattare, della specificità del territorio e delle risorse disponibili.
Pagella legale. Risulta esteso il ruolo dei componenti laici nei consigli giudiziari e nel consiglio direttivo della Cassazione. Avvocati e professori universitari possono partecipare alle discussioni e assistere alle deliberazioni sui pareri per la valutazione di professionalità di giudici e Pm. La sola componente dell’avvocatura può esprimere un voto unitario in sede di decisione. Ma il presupposto è una specifica segnalazione, positiva o negativa, sul magistrato da parte del Consiglio dell’Ordine. Se i legali membri del Consiglio giudiziario vogliono discostarsi dalla segnalazione, esprimendo una valutazione di segno opposto, devono chiedere prima un’altra deliberazione al Coa. Nel referendum del 12 giugno sul quesito ad hoc si voterebbe comunque perché la norma non è subito applicabile ma rientra nella delega al governo.
Meno fuori ruolo. Ridimensionato, infine, l’istituto dei magistrati fuori ruolo: vanno ridotti il numero delle toghe che può accedervi e la durata del collocamento fuori dalle funzioni. Rientra nei compiti affidati a Palazzo Chigi indicare gli incarichi extragiudiziari che possono essere svolti semplicemente mettendosi in aspettativa e dettare regole ad hoc per quelli da svolgere a livello internazionale.
Dario Ferrara, ItaliaOggi Sette