Servizio idrico, reti gas e teleriscaldamento, ambiente e produzione di idrogeno ‘verde’. Sono questi i settori sui quali Hera intende concentrare i 400 milioni di investimenti previsti dal piano industriale al 2025 presentato oggi ai sindaci dell’area metropolitana. Assieme agli interventi sulle infrastrutture, la multiutility assicura una parallela crescita dei dividenti destinati ai soci. “E’ ovvio che se investiamo di più e andiamo a cercare risultati economici significativi, è possibile che questo porti a una crescita dei dividendi”, ha confermato il presidente esecutivo Tomaso Tommasi di Vignano, che, assieme all’amministratore delegato Stefano Venier, nella foto, questa mattina ha illustrato i punti principali del piano alla Conferenza metropolitana dei sindaci. Già per il 2021 è stata proposto un dividendo di 12 centesimi ad azione, contro gli 11 cent dello scorso anno, ma si punta a raggiungere i 14,5 centesimi nel 2025. Dalla sua nascita nel 2002, il Gruppo Hera ha investito oltre 1.100 milioni di euro nella sola area di Bologna. Considerando anche i 61 milioni investiti nel 2021, gli investimenti diretti complessivi entro il 2025 toccheranno quota 407 milioni, 81 dei quali pianificati per l’anno in corso. Gli investimenti saranno in buona parte destinati alle reti gas e teleriscaldamento (192 milioni) e al servizio idrico (191) mentre 25 milioni saranno investiti nell’area ambiente. Tra i principali interventi in programma, è prevista a Bologna l’interconnessione dei due sistemi di teleriscaldamento (San Giacomo e Caab Pilastro), oggi separati, un intervento che comporterà un minore uso di gas metano, grazie al recupero del calore di scarto del termovalorizzatore di Granarolo, la riduzione delle emissioni di ossidi di azoto e di anidride carbonica.Inoltre, sempre in città verrà realizzato un progetto per limitare l’inquinamento dell’Aposa grazie all’intercettazione degli scarichi delle fognature di acque nere che oggi finiscono nel torrente, inserendo nel corso d’acqua tombato canalette chiuse per la raccolta dei reflui. Sempre nel ciclo idrico, Hera punterà a un uso sempre più efficiente dell’acqua, con riduzione dei consumi e soluzioni per la circolarità, e investirà in nuove tecnologie per aumentare l’efficienza e la resilienza delle reti, anche potenziando l’automazione e il monitoraggio da remoto. Proprio in questi giorni è stato rinnovato l’accordo con la Regione Emilia-Romagna, Consorzio della Bonifica Renana, Atersir e Arpae in base al quale una parte delle acque reflue in uscita dall’impianto di depurazione bolognese Idar, normalmente convogliate nel Canale Navile, viene riutilizzata e incanalata verso il Canale Savena abbandonato, garantendo così una portata minima di base. Dalla sua attivazione nel 2018, questo progetto ha permesso il recupero di circa 12 milioni di metri cubi d’acqua. Numerosi anche i progetti che coinvolgono la pianura e l’Appennino bolognese, dal nuovo depuratore e dal potenziamento delle rete acquedottistica di Budrio all’adeguamento del depuratore dell’ex zuccherificio di San Giovanni in Persiceto.In Appennino si interverrà sulle fognature di Lizzano in Belvedere, per eliminare gli scarichi non adeguati mediante la posa di condotte fognarie e la realizzazione di impianti di sollevamento, e sul sistema fognario depurativo di Bruscoli e Monghidoro. Si lavorerà all’interconnessione dell’acquedotto degli Arpolli, al servizio delle località Bombiana, Pietracolora e Marano (Gaggio Montano), con altri sistemi acquedottistici per garantire continuità del servizio. Tra le iniziative sul territorio per sviluppare soluzioni nell’ambito delle ‘energie pulite’, rientra il progetto per la realizzazione di un impianto con tecnologia power-to-gas (per trasformare, attraverso un processo di elettrolisi, l’energia elettrica prodotta in eccedenza da fonti rinnovabili in idrogeno e successivamente in gas ‘verde’ rinnovabile) nel depuratore di Bologna Corticella, già in fase di avanzata progettazione e con avvio previsto entro il 2023. Il gas così ottenuto (1,2 milioni di metri cubi annui per 200 tonnellate di emissioni evitate) potrà essere immesso direttamente nelle reti. Al termovalorizzatore di Granarolo verrà realizzato, invece, un impianto per la produzione di idrogeno che, miscelato con il gas verde, sarà immesso nella rete gas, contribuendo al processo di decarbonizzazione degli usi termici urbani.