Un italiano su due consuma vino biologico con un boom dell’e-commerce che cresce del 13,4% nonostante prezzi medi superiori del 10% rispetto a enoteche o supermercati. È quanto emerge dalla ricerca curata da Nomisma-Wine Monitor per FederBio e AssoBi. La sostenibilità rappresenta un fattore chiave nelle scelte di acquisto in ambito food & beverage dei consumatori italiani: accanto alla ricerca di italianità delle materie prime e dei prodotti (requisito molto importante per il 43% dei responsabili degli acquisti di prodotti alimentari), la sostenibilità si conferma infatti un elemento imprescindibile tra i valori che supportano gli acquisti (29%) con specifico riferimento alla presenza del marchio bio (27%). L’indagine ha evidenziato come il 51% degli italiani hanno avuto almeno un’occasione di consumo di vino biologico nell’ultimo anno. La percentuale è in continua crescita (nel 2015 era il 17%). Ben l’86% degli appassionati di vino bio, inoltre, è disposto a pagarlo di più. I canali preferiti per l’acquisto rimangono iper e supermercati (46%), seguiti dalle enoteche (19%), dagli acquisti diretti dal produttore/in cantina (15%) e dai negozi alimentari specializzati in prodotti biologici (10%). I consumatori che acquista vino bio soprattutto online sono l’8%. Il vino biologico è un fenomeno (almeno sul fronte produttivo) tutto europeo: l’Unione Europea con 398 mila ettari nel 2020 rappresenta ben il 79% della superficie vitata bio del mondo. La leadership dell’Europa si segnala anche attraverso l’incidenza delle superfici vitate bio sul totale, che nel 2020 ha superato il 12% a fronte di una quota mondiale del 7%. In tale scenario l’Italia (117 mila ettari di vite con metodo biologico) detiene, insieme alla Francia, il primato per incidenza di superficie vitata biologica: 18% del totale. La concorrenza europea è però agguerrita: nel giro di un decennio le superfici bio in Italia sono cresciute del +125% (2020 vs 2010) contro il +129% degli spagnoli e ben il +171% messo a segno dai cugini francesi.