(di Tiziano Rapanà) Mi sento a disagio. Impotente nel non riuscire a raccontarvi la bellezza di un film, che potete trovare su Amazon Prime Video. Si chiama Il mistero di Dante. È un prodotto audiovisivo – di stampo documentaristico – figlio dell’ingegno di Louis Nero, quarantenne torinese noto alle cronache dello spettacolo per la sua filmografia votata a raccontare l’aspetto spirituale dell’esistenza. Il Dante del titolo è il sommo Alighieri. La sua Divina Commedia è stata croce e delizia di generazioni di studenti, costretti a studiarla a scuola. Alcuni l’hanno amata, altri l’hanno ferocemente detestata. La Commedia è un indubbio capolavoro della letteratura, ma quanti provano il piacere nell’incamminarsi nel labirinto di quei versi così strani? Louis Nero si propone di farvi da guida, per rendere il cammino meno faticoso possibile. Beninteso, non è una gitarella turistica: si fa fatica a percorrere il labirinto di parole, costruito da Alighieri, così come si fa fatica a capire tutti i riferimenti esoterici presenti nel film. Non vi aspettate una mera analisi letteraria dei versi: non c’è parafrasi né riassunto dettagliato della trama del libro. Il documentario vuole vederci chiaro sulla singolarità di quei versi: capire cosa c’è sotto. Ora non posso rendicontarvi il risultato dell’indagine del regista: non vi tolgo il piacere della scoperta. Eppoi ve l’ho detto, questo film non riesco a raccontarvelo: è troppo fuori dall’ordinario per riuscire a narrarlo allo stesso modo di come si racconta un film fatto alla maniera classica. Il documentario, che presenta interventi illustri (da Franco Zeffirelli a Taylor Hackford), non è per tutti. Bisogna conoscere – almeno sommariamente – i temi principali dell’opera dantesca. È un film difficile che va visto per capire meglio il più grande mistero della letteratura italiana.