Raddoppia nel 2021 la raccolta sul mercato italiano del private equity e del venture capital, a una cifra di 5,725 miliardi di euro. Si tratta del 119% in più rispetto ai 2,612 miliardi del 2020. Forte aumento anche per l’mmontare investito (private equity, venture capital e infrastrutture), pari a 14,699 miliardi contro i 6,597 precedenti, con un +123%. Se si escludono le infrastrutture, l’ammontare è di 7,029 miliardi (+33%). I numeri sono contenuti nel consueto rapporto elaborato da Pwc e e da Aifi, l’associazione degli operatori del settore.
Tra gli altri dati, il numero delle operazioni (private equity, venture capital e infrastrutture) è salito da 471 a 654 (+39%),mentre gli operatori che nel 2021 hanno svolto attività di fundraising sul mercato sono stati 44 (26 l’anno
precedente). Con riferimento alla provenienza geografica dei fondi raccolti sul mercato, la componente domestica ha rappresentato l’89%, mentre il peso di quella estera è stato del’11%. A livello di fonti, il 26% della raccolta deriva da fondi pensione e casse di previdenza, seguiti dal settore
pubblico e dai fondi di fondi istituzionali (15%) e dalle banche (14%).
Complessivamente nel corso dell’anno sono state realizzate 8 operazioni con equity versato compreso tra 150 e 300 milioni di Euro (large deal) e 8 operazioni di ammontare superiore ai 300 milioni (mega deal), che insieme hanno rappresentato il 67% dell’ammontare complessivo investito nell’anno (9.821 milioni di Euro). Nel 2020 erano stati realizzati 2 large deal e 6 mega deal, per un ammontare pari a 3.463 milioni di Euro (53% del totale).Nel venture capital il segmento dell’early stage (seed, start up e later stage), è cresciuto sia per numero di investimenti (371, pari al 57% del numero totale, +21% rispetto all’anno precedente), sia per ammontare (587 milioni, +55%). Le infrastrutture, invece, con 7,671 miliardi di euro e 45 operazioni (1,3 miliardi e 20 investimenti nel 2020), si sono per la prima volta classificate al primo posto in termini di ammontare, pari al 52% del totale, superando le operazioni di buy out. Anche le operazioni di expansion sono cresciute sia in termini di ammontare (858 milioni, +142% rispetto ai 354 del 2020) sia in termini di numero (60, +50% rispetto alle 40 del 2020). Infine, il segmento del turnaround, dedicato alle imprese in difficoltà, ha mantenuto un ruolo di nicchia, con solamente 8 operazioni e 127 milioni di Euro investiti. “Negli anni più difficili il private equity ha mostrato tutta la propria forza intervenendo sul mercato e investendo in modo massiccio sull’economia reale. I risultati eccezionali dimostrano quale ruolo strategico questo asset possa avere per spingere innovazione e crescita delle aziende” dichiara Innocenzo Cipolletta, nella foto, Presidente Aifi. “Il comparto delle infrastrutture, in particolare, ha chiuso operazioni importanti che vanno a beneficio di tutto il Paese. L’Italia sta cambiando e diventando più connessa non solo negli asset digitali ma anche in quelli legati alla viabilità. Questo è fondamentale per supportare lo sviluppo della imprenditoria e del commercio italiano”. “È stato un II Semestre 2021 molto effervescente, caratterizzato da grandissime operazioni specialmente nel settore infrastrutture, che portano il totale degli investimenti registrati nel 2021 a livelli record mai riscontrati in precedenza” ha sottolineato Francesco Giordano, Private Equity Leader di PwC Italia. “Le aziende italiane continuano ad attrarre l’interesse dei grandi operatori
internazionali che rafforzano sempre più la loro presenza in Italia e spesso contribuiscono in maniera
decisiva alla crescita delle nostre eccellenze sui mercati globali”.
A livello settoriale, il 2021 ha visto al primo posto per numero di investimenti il comparto ICT, con il 28% delle operazioni totali, seguito dai beni e servizi industriali, 14%, e dal medicale, 12%. Il 28% del numero di operazioni ha riguardato imprese ad alto contenuto tecnologico: considerando solamente il comparto dell’early stage, tale valore sale al 38%.
A livello geografico la regione che ha totalizzato la gran parte delle operazioni è la Lombardia con il 40% del numero degli investimenti in Italia, seguita da Lazio (13%) e Veneto (8%). Il 56% del numero di investimenti ha riguardato imprese che non avevano mai ricevuto capitali dal private equity, per un ammontare pari al 45% del totale.
Nel 2021 l’ammontare disinvestito al costo di acquisto delle partecipazioni è stato pari a 2,702 miliardi, in crescita del 69% rispetto agli 1,594 dell’anno precedente. Il numero di exit è stato pari a 104, +28% rispetto alle 81 del 2020. Il canale maggiormente utilizzato per i disinvestimenti è stata la vendita a soggetti industriali, con un peso del 32% in termini di ammontare (871 milioni di euro) e del 35% in termini di numero (36).