Saranno recuperare le linee ferroviarie storiche che nel sud Italia connettono tra loro paesaggi di grande bellezza naturalistica, architettonica e cinematografica. I primi interventi – messi a punto dal ministero della Cultura con il Fondo Complementare collegato al Pnrr, e definiti nel ‘Piano Strategico Grandi attrattori culturali’ finanziato con 1,460 miliardi di euro – riguarderanno la Alcantara-Randazzo, la Gioia del Colle-Rocchetta e la linea più a sud d’Italia, la Noto-Pachino. Le linee saranno interamente recuperate utilizzando i 435 milioni di euro stanziati dal Mic in collaborazione con la Fondazione FS italiane e realizzati tramite Rete Ferroviarie Italiana (nella foto, l’a. d. Vera Fiorani). A termine dell’intervento, spiega una nota, sarà possibile far circolare i treni che permetteranno di nuovo ai viaggiatori di scoprire scorci panoramici da anni non più visitati. “Il potenziamento delle linee ferroviarie storiche, dei cammini e degli itinerari culturali saranno fondamentali per lo sviluppo e la valorizzazione in chiave culturale delle aree interne”, ha affermato il ministro Dario Franceschini. I treni storici sono composti da locomotive a vapore, diesel o elettriche d’epoca al traino di carrozze di varie epoche storiche, e da automotrici in livrea originale. Su tutti gli itinerari, inoltre in composizione al treno c’è un bagagliaio adibito al trasporto gratuito di biciclette, proprio per consentire il trasporto intermodale, sempre in una modalità lenta e sostenibile.
La tratta Randazzo-Alcantara, estesa per circa 37 km, collegava il versante settentrionale dell’Etna con la linea costiera ionica Messina-Catania. Si dirama dalla stazione di Alcantara, ancora oggi in esercizio sulla linea Messina-Catania, e prima di raggiungere Randazzo segue la valle del fiume Alcantara, in un percorso tortuoso e quasi del tutto in salita lungo il quale si incontrano 13 viadotti e otto gallerie. Fu concepita già alla fine del XIX secolo, ma realizzata solo tra il 1928 e il 1959. Interrotta da una colata lavica nel 1981 e ripristinata due anni dopo, fu chiusa nei primi anni 90. La linea è sempre stata gestita in economia e a carattere locale, senza mai essere utilizzata appieno. Il suo potenziale turistico è indubbio: il tracciato della ferrovia passa a pochi metri dalle famose gole dell’Alcantara, in località Fondaco Motta, un sito di particolare valore ambientale e meta di importanti flussi di viaggiatori. La ferrovia Noto-Pachino, lunga 27,5 km, fu inaugurata nel 1935 e sospesa all’esercizio il 1° gennaio 1986. Collega la splendida capitale del barocco, Noto, con Pachino, la stazione più meridionale della Penisola, attraversando luoghi unici, tra il mare e la macchia mediterranea, lambendo l’area archeologica dell’antica città greca di Eloro e la Villa romana del Tellaro. Dopo Noto Bagni, attraversa la Riserva naturale e Oasi faunistica di Vendicari, per poi toccare il territorio del borgo marinaro di Marzamemi. I cantieri di Rfi dedicati alla bonifica e sfalcio della sede ferroviaria, avviati lo scorso 25 gennaio – prosegue la nota – hanno interessato diversi chilometri della tratta, invasa per decenni da rovi e rifiuti. Per il ripristino dell’intero tracciato è prevista una spesa di 40 milioni di euro che consentirà la piena fruibilità della tratta e il restauro delle originali architetture delle stazioni.
La linea Gioia del Colle-Altamura-Rocchetta Sant’Antonio Lacedonia è stata sospesa nel 2016. La cosiddetta “Ferrovia delle Murge” fu inaugurata tra il 1891 e il 1892 e attraversa un’area di particolare rilievo storico e naturalistico comprendente il Parco nazionale dell’Alta Murgia, il Parco naturale regionale Fiume Ofanto, il Subappennino Dauno e il Parco naturale regionale del Vulture. Il viaggio in treno storico partirà da Gioia del Colle, città di origine bizantina e teatro scelto da Pier Paolo Pasolini per girare alcune scene del film Il Vangelo secondo Matteo, per giungere ad Altamura, centro noto in tutto il mondo per il suo squisito pane. Tappa finale è la stazione di Rocchetta Sant’Antonio Lacedonia, trait d’union tra la provincia di Foggia e quella di Avellino dove parte un’altra ferrovia storica che attraversa tutta l’Irpinia e giunge ad Avellino, Benevento, Napoli.