Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo (nella foto, l’a. d. Carlo Messina) in data odierna ha approvato i risultati d’esercizio e consolidati al 31 dicembre 2021.
I risultati del 2021 confermano la capacità di Intesa Sanpaolo di affrontare efficacemente la complessità del contesto pandemico e di creare valore per tutti gli stakeholder, con un utile netto pari a 4,2 miliardi di euro, a fronte di stanziamenti – allocati a valere sull’utile ante imposte – pari a 2,2 miliardi nell’anno, di cui 1,7 miliardi nel quarto trimestre, per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del Gruppo.
Nel biennio 2020-2021, Intesa Sanpaolo ha allocato complessivamente – a valere sull’utile ante imposte – circa 8 miliardi di euro di stanziamenti per il rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del Gruppo, al quale concorrono anche le sinergie annue previste per oltre un miliardo di euro derivanti dalla fusione di UBI Banca realizzata con successo senza costi sociali.
Gli stanziamenti del 2021 hanno riguardato:
- 1,6 miliardi di euro di rettifiche di valore addizionali per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati, di cui 1,2 miliardi nel quarto trimestre per la riduzione di circa 7,7 miliardi di euro di crediti deteriorati lordi (per circa 2,9 miliardi già nel trimestre e per circa 4,8 miliardi prevista per cessioni nel 2022);
- 0,3 miliardi di rafforzamento delle riserve assicurative, di cui 0,2 miliardi nel quarto trimestre;
- 0,3 miliardi, interamente nel quarto trimestre, di oneri relativi a 2.000 uscite volontarie previste dall’accordo sindacale di novembre 2021.
I risultati del 2021 sono stati conseguiti mitigando efficacemente l’impatto di COVID-19, in particolare con:
· attenzione per le persone del Gruppo e i clienti:
- lavoro a distanza abilitato per circa 78.000 persone,
- assunte circa 2.400 persone in Italia dal gennaio 2020;
- circa 100% delle filiali aperte e pienamente operative (consulenza solo su appuntamento, operatività di cassa solo su appuntamento nelle aree con restrizioni per COVID-19 più elevate) e continuità operativa garantita dall’efficace modello di banca multicanale (filiale online, internet banking, App e ATM / casse automatiche) e dal servizio di assistenza e consulenza da remoto fornito da circa 30.800 gestori;
· supporto continuo all’economia reale e alla società:
- sostegno alle iniziative sanitarie per oltre 100 milioni di euro, incluse le donazioni derivanti dalla rinuncia del Consigliere Delegato e CEO e di 21 top manager a un importo complessivamente pari a circa 6 milioni di euro dei bonus riconosciuti dal Sistema Incentivante 2019;
Nel 2021, per il Gruppo si registra:
● utile netto pari a 4.185 milioni di euro, rispetto a 3.277 milioni del 2020, in crescita del 19,4% rispetto a 3.505 milioni se si escludono le componenti relative all’acquisizione di UBI Banca (*) e l’impatto contabile del connesso impairment del goodwill (**);
● risultato corrente lordo in aumento del 7,3% rispetto al 2020;
● risultato della gestione operativa in crescita del 5,4% rispetto al 2020;
● proventi operativi netti in aumento dell’ 1,9% rispetto al 2020, con commissioni nette salite del 9,3%;
● costi operativi in diminuzione dell’ 1,1% rispetto al 2020;
● elevata efficienza, con un cost/income al 52,5% nel 2021, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee;
● costo del rischio del 2021 a 59 centesimi di punto (da 97 nel 2020), a 25 se si esclude lo stanziamento per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati (da 48 nel 2020 se si esclude lo stanziamento per i futuri impatti di COVID-19);
● miglioramento della qualità del credito:
– riduzione dei crediti deteriorati,al lordo delle rettifiche di valore, di circa 50 miliardi dal picco di settembre 2015 e di circa 37 miliardi dal dicembre 2017 superando, per circa 11 miliardi, l’obiettivo di riduzione pari a circa 26 miliardi del Piano di Impresa 2018-2021;
– la riduzione pro-forma, tenendo conto della riduzione per cessioni prevista nel 2022 già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021 (°), è di circa 54 miliardi dal picco di settembre 2015 e di circa 42 miliardi dal dicembre 2017 superando per circa 16 miliardi l’obiettivo di riduzione del Piano di Impresa 2018-2021;
– lo stock di crediti deteriorati scende a dicembre 2021, dal dicembre 2020, del 27% al lordo delle rettifiche di valore e del 34,1% al netto, rispettivamente del 50,2% e 48% pro-forma tenendo conto della riduzione per cessioni prevista nel 2022 già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021;
– l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a dicembre 2021 è pari al 3,2% al lordo delle rettifiche di valore e all’ 1,5% al netto (°°).Considerando la metodologia adottata dall’EBA, l’incidenza dei crediti deteriorati è pari al 2,4% al lordo delle rettifiche di valore e all’ 1,2% al netto, rispettivamente inferiore al 2% e all’ 1% pro-forma tenendo conto della riduzione per cessioni prevista nel 2022 già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021.