Napoli (-7,4%), Torino (-2,2%) e Roma (-1,3%). Tiene Milano (0,6%)
In base ad un rapporto pubblicato da Idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico, il prezzo richiesto per le case usate in vendita in Italia è calato del 3% rispetto a 12 mesi fa. La curva dei prezzi ha segnato cali nella maggior parte dei mercati analizzati nonostante la crescita della domanda di immobili sul portale sia più che raddoppiata rispetto al periodo pre-Covid, arrivando a toccare livelli mai visti prima. Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista: “L’andamento dei prezzi è condizionato dalla pandemia, dall’instabilità economica e dal cambiamento degli stili di vita che hanno portato molti acquirenti a riparametrare i criteri di ricerca della propria casa, all’insegna della convenienza e di spazi più ampi. Da un lato il boom della domanda è una risposta emotiva alla pandemia, dall’altro lato, il perdurare della stessa pone un’ombra di incertezza sulla stabilizzazione della situazione economica delle famiglie e continua a comprimere i valori immobiliari. Dopo 12 mesi di grande fermento, prevediamo un consolidamento della ripresa nel 2022 con riflesso anche sui prezzi di richiesta che dovrebbero tornare in terreno positivo. Dall’altro lato, altri fattori come i tassi d’interesse che iniziano a salire, la crescita dell’inflazione e una significativa riduzione dello stock abitativo disponibile, sono elementi che potrebbero avere un effetto di raffreddamento sul mercato”.
Il trend negativo ha investito 14 regioni italiane su 20: Marche (-9,9%) davanti ad Abruzzo (-6,7%), Lazio e Umbria (entrambe -5,9%) sono le regioni dove i proprietari hanno ridimensionato maggiormente le loro aspettative negli ultimi 12 mesi.
Dal lato opposto gli incrementi più significativi riguardano il Trentino Alto Adige (5,9%) e la Valle d’Aosta (3,9%). Sempre il Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta fanno registrare i prezzi d’offerta più elevati a livello regionale, rispettivamente con 2.580 e 2.428 euro al metro quadro. Segue sul terzo gradino del podio la Liguria (2.383 euro/m²), quindi Toscana (2.244 euro/m²) e Lazio (2.000 euro/m²).
I cali dei prezzi interessano 82 macroaree, quasi l’80% dei mercati provinciali analizzati: Macerata (-14%), Lecco (-11,9%), Pescara (-11,8%), Pesaro Urbino (-11,7%) e Varese (-11,1%) guidano la tendenza ribassista con svalutazioni annuali a doppia cifra.
I prezzi delle case in Lombardia superano il valore medio nazionale di 1.692 euro, al di sotto del quale troviamo 14 regioni, dall’Emilia Romagna (1.655 euro/m²) a scendere fino agli 853 euro della Calabria, la regione più economica davanti al Molise (872 euro/m²).
Gli incrementi maggiori sui prezzi degli immobili spettano a Lucca e Trieste (14,5% per entrambe). All’opposto, Biella è di gran lunga la provincia più economica d’Italia con 592 euro di media davanti a Caltanissetta (679 euro/m2) e Isernia (751 euro/m2).
Sul podio dei mercati in cui si sono verificati gli aumenti più consistenti si colloca Trieste (+16,9%), secondo aumento più alto per Como (+15,4%), mentre a Verona e Mantova l’aumento è stato del 10,8%. Anche Milano chiude l’anno con valori in leggero recupero dello 0,6%. È sempre Venezia ad avere il primo posto nella lista di case più care con una 4.387 euro al metro quadro, davanti a Milano (4.084 euro/m²). Terzo posto per Bolzano (3.944 euro/m²) che precede Firenze (3.870 euro/m²) e Bologna (3.000 euro/m²). Nella parte bassa del ranking troviamo Ragusa (760 euro/m²), Caltanissetta (756 euro/m²) e a chiudere Biella con 660 euro al metro quadro.