La Sapi produce cartucce e stampanti rigenerate. Solo nel 2019 ha salvato dalle discariche 675 autotreni carichi di scarti inquinanti
Green economy: Uno dei temi più attuali di questi tempi che ha certamente ispirato quella che è diventata un’eccellenza italiana: Sapi, che fin dal 1993 produce cartucce rigenerate e stampanti ricondizionate nei suoi stabilimenti nel cuore di San Vittore Olona. Tra i primi 10 produttori al mondo, 65 dipendenti, fatturato di circa 10 milioni di euro
Sapi, solo nel 2019, ha contribuito a evitare che 675 autotreni carichi di cartucce esauste finissero in discarica. La differenza di impatto ambientale è netta: per produrre una cartuccia nuova occorrono circa 4 litri di petrolio, usandone una rigenerata si può risparmiare circa l’80%. Discorso analogo per le stampanti ricondizionate: promette un risparmio di circa un quinto in termini di impatto ambientale.
“Il ricondizionamento professionale è un’alternativa concreta e praticabile. I benefici ambientali tutt’altro che astratti”, dice Franco Ferreri, amministratore delegato dell’azienda nella quale lavora anche la sua famiglia: la moglie Liana e i figli Sara, Federico, Chiara e Davide. Sapi opera anche sul mercato con BePro, tramite e-commerce: “Ci occupiamo del riacquisto di cartucce e toner originali inutilizzati da chi non ne ha più necessità, in questo modo valorizziamo qualcosa che non avrebbe più valore ed evitiamo che venga buttato – spiega Federico Ferreri –. Il mercato è enorme e il nostro ruolo è quello di trovare qualcuno che abbia ancora bisogno di quel consumabile. I clienti a cui rivendiamo i prodotti sono circa 30mila”.
Il gruppo di società di Sapi, è composto anche da Sapi Service, un servizio per vendere quanto prodotto da Sapi, in perfetta economia circolare.