(di Tiziano Rapanà) Flavio Briatore vuole rilanciare la mitica via Veneto, centro nevralgico ed emozionale della fu dolce vita romana. E vuole farlo aprendo la sua Crazy Pizza, un brand che intende guardare ad una clientela à la page. Così Briatore ha presentato il progetto a Repubblica, in un’intervista realizzata da Marco Mensurati: “Questa estate avevamo aperto il primo Crazy pizza d’Italia a Porto Cervo, un business stagionale che però è andato molto bene. Così abbiamo pensato di replicarlo: a Roma e a Milano”. E ancora: “Noi abbiamo pensato di fare una pizzeria chic, branché. Serviamo ottime pizze, in un posto elegante, con un servizio impeccabile. La pizza è un prodotto importante, ma è presentato in modo cheap, noi gli abbiamo creato intorno un enviroment diverso”. Non so voi, ma io preferisco il gusto cheap di intendere la vita. Adoro le pizzerie “alla buona” che puntano le loro carte sulla qualità degli ingredienti, la creatività dei pizzaioli e la simpatia del personale di sala. Nulla da dire contro Briatore, detesto i pregiudizi. Spero che l’imprenditore dia lustro a via Veneto, ma non so quanto una visione imprenditoriale slegata dalla cultura del territorio possa rilanciare un pezzo di storia capitolina. Nel nuovo locale di Briatore ci saranno echi visivi e mangerecci del film sulla dolce vita di Fellini o del Principe fusto di Maurizio Arena? Si penserà ad un omaggio a Ennio Flaiano o alla libreria Rossetti a lungo frequentata dal poeta Vincenzo Cardarelli? Dico sì all’impresa, bene il tentativo di recupero ma che sia utile alla storia di via Veneto. Non dico si tenga conto di Fellini, ma almeno si faccia un cenno della parodia della dolce vita realizzata da Sergio Corbucci con Totò e Peppino. Un accenno a Misha Auer lo pretendo, altrimenti è il solito locale. Fortuna che resiste la mitica figura del classico pizzettaro. A Roma trovate tante pizze al taglio di qualità, ognuno ha la sua preferita. Potete andare da Sancho a Fiumicino, da Bonci in via Trionfale, oppure provate le pizze di Lievito, Pizza Pane all’Eur.