Una misura che prevede la decontribuzione per le fasce di reddito sotto i 35mila euro.
Se sulla rimodulazione delle aliquote Irpef la maggioranza non ha cambiato idea, una delle ipotesi al vaglio dei tecnici del governo è quella di un taglio dei contributi di cui beneficerebbero i redditi medio bassi.
La riforma prevede una riduzione degli scaglioni da 5 a 4 con la cancellazione del prelievo al 41%. Sarà inoltre tagliata di due punti l’aliquota del 27% e di 3 punti quella del 38%. A vantaggio sono le fasce di reddito tra i 35mila e i 50mila euro annui, mentre per i redditi bassi i risparmi sarebbero esigui. Si tratterebbe di un intervento non strutturale, valido solo per il 2022. Ai vantaggi fiscali dovuti alla decontribuzione andrebbero ad aggiungersi a quelli derivanti dalla rimodulazione delle aliquote Irpef, per i contribuenti del secondo scaglione (tassazione del 27%).
Secondo la Cisl il governo avrebbe in mente uno specifico meccanismo di décalage in virtù del quale fino a 30-35mila euro il beneficio fiscale complessivo della riforma possa attestarsi intorno ai 300 e i 400 euro netti all’anno per tutte le fasce di reddito.