Praesidio Safeguarding: lo 0,3% partecipa a sfide rischiose
Sono molteplici i modi in cui viene utilizzato TikTok, purtroppo tra questi ci sono anche comportamenti lesivi. Dunque la piattaforma ha indagato per sgamare le challenge più pericolose, scoprendo che molte di queste sono false.
La società ha commissionato un’indagine globale, su oltre 10mila persone (adolescenti, genitori ed educatori) anche italiani, per vedere come i ragazzi si pongono nei confronti delle sfide.
Secondo i risultati dell’agenzia indipendente Praesidio Safeguarding, lo 0,3% degli intervistati, tra i 13 e i 19 anni, ha detto di aver preso parte ad una sfida che considerava pericolosa. Il 48% delle sfide dell’app sono state percepite come sicure e divertenti; al 32% è stato associato un certo rischio, ma ancora basso; il 14% è stato considerato rischioso e pericoloso.
L’ultimo 3% è stato definito molto pericoloso, e lo 0,3% rappresenta la percentuale che ha partecipato alla sfida. Dalla ricerca è inoltre emerso che, prima di parteciparvi, gli adolescenti usano diversi metodi per capire i rischi delle challenge online: si informano guardando video di altri partecipanti oppure leggendo i commenti e parlandone con gli amici.
Quasi la metà, il 46%, ha dichiarato di volere “maggiore disponibilità di informazioni valide sui rischi” e “sulle attività estreme”. Grazie ad un gruppo di decine di esperti di sicurezza, TikTok e Praesidio confermano che molte delle challenge di cui si è parlato in passato, sono false. “Tra queste, includiamo Galindo, Blue Whale e Momo. Le sfide bufala propagano un’informazione falsa, su un soggetto malintenzionato che spinge i bambini a svolgere una serie di attività dannose, che terminano con atti di autolesionismo o suicidio. In realtà, sono storie costruite per diffondere e perpetuare la paura e l’ansia, senza alcun elemento autentico di partecipazione”.