Dal 2022, Airbnb avvierà la raccolta digitale dell’imposta di soggiorno per tutta la penisola italiana, occupandosi direttamente del versamento per gli affitti brevi per gli host e i comuni che lo richiederanno. In questo modo, Airbnb e Ancicomunicare hanno siglato un accordo per informare i 1.100 enti locali i quali hanno finora istituito l’imposta. Ad annunciarlo è Chris Lehane (nella foto), Senior Vice President of Global Policy and Communications di Airbnb, in occasione dell’Assemblea annuale di Anci a Parma. Per l’Italia è stata lanciata in esclusiva questa funzionalità, la quale è una delle oltre 50 novità incluse nella Airbnb Winter Release. Inoltre, per favorire la ripresa del turismo, i vertici della società hanno presentato un ‘patto’ per il turismo sostenibile e responsabile, il quale anticipa la pubblicazione solamente di annunci provvisti di codice identificativo, e la condivisione dei dati degli host alle autorità a fini amministrativi e fiscali.
Attualmente, ci sono oltre 1.100 enti che hanno istituito l’imposta di soggiorno. Da poco c’è stata la crescita del numero degli eventi, per un riversato che nel 2019 è stato di 604 milioni di euro, di cui 298 nelle prime 10 destinazioni turistiche e 117 nella sola Roma. Secondo la legge, però, quelli che ne avrebbero la facoltà sono quasi 6.000. Unica piattaforma a farlo, Airbnb negli ultimi anni ha attivato protocolli di intesa con 24 fra le principali destinazioni italiane – tra queste Roma, Firenze, Milano, Torino, Napoli e Palermo, semplificando riscossione per milioni di arrivi e un riversato nel 2019 di oltre 22 milioni di euro. In Italia, nel terzo trimestre 2019, 4 città (Roma, Venezia, Milano e Firenze) avevano rappresentato il 26% dei viaggi su Airbnb. Nello stesso trimestre del 2021, però, il ‘peso’ delle stesse città è sceso al 17%.
“Con la dispersione dei flussi turistici post pandemia, e l’aumento del numero degli enti, era chiaro che diventava necessario trovare un’altra soluzione”, ha detto Lehane. “Questo strumento è pensato per ovviare all’enorme problema burocratico di dover stipulare convenzioni con ogni singolo comune. La pandemia ha portato a una rivoluzione del turismo, che ora è più disperso, con maggiori opportunità economiche per le comunità locali. Siamo impegnati a rendere più semplice e sostenibile per le amministrazioni, gli host e gli ospiti questa opportunità. Ad oggi abbiamo riversato complessivamente nel mondo oltre 4 miliardi di dollari di imposte locali, ma l’espansione che stiamo lanciando in Italia è senza precedenti”.