L’82% delle strutture ricettive in Sicilia, sono extralberghiere e l’Isola è la seconda nel Mediterraneo in quanto ad ospitalità alternativa all’hotellerie, preceduta soltanto dal gruppo di isole greche del Sud dell’Egeo. Seimila realtà diversificate tra loro – B&B, case vacanza, camping, agriturismi, locazioni turistiche, charter nautici – che hanno resistito meglio degli alberghi agli effetti della pandemia con una contrazione di arrivi pari al 47%, il 12% in meno rispetto a quella subita dagli hotel. Tre milioni 260 mila notti vendute e 1 milione di turisti, i numeri del 2019, ultimo anno pre-covid. Il quadro emerge dal rapporto Otie (Osservatorio turismo dell’economia delle Isole) commissionato da Confesercenti per la V Bte, la Borsa del turismo extralberghiero che ha aperto ieri i battenti al porto turistico “Marina” di Capo d’Orlando, nel Messinese. Lo studio, che analizza lo sviluppo di questo tipo di ospitalità nelle isole europee, fotografa un’Isola che insieme alla Sardegna mostra un trend di crescita superiore rispetto alle altre isole del Mediterraneo. “Basta dire – ha sottolineato Giovanni Ruggieri, presidente dell’Otie illustrando la ricerca – che dal 2013 al 2019 il numero di turisti interessati a questo tipo di offerta ricettiva in Sicilia è passato da 400 mila a oltre 1 milione”. Ma se in termini di numeri assoluti di strutture la Sicilia è nella parte alta della classifica, così non è per i turisti che scelgono l’extralberghiero (solo il 23% sul totale di quelli che arrivano in Sicilia) e per il numero di notti vendute ancora basso rispetto a quello di altre isole con punte che vanno dagli 8 milioni nell’Egeo meridionale ai 10 milioni circa per le Baleari, ad oltre 28 milioni nelle Isole Canarie. “L’extralberghiero ha grandi potenzialità di crescita ed ha mostrato forte capacità di resilienza anche di fronte alla pandemia – dice Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti e numero uno di Confesercenti Sicilia – è la risposta a una richiesta crescente di chi nel viaggio cerca luoghi ed esperienze autentiche”. Guardando all’impatto economico, si stima una spesa per alloggi nel comparto extra alberghiero di oltre 160 milioni nel 2019, ultimo anno pre-pandemia. Nello studio Otie anche un Focus sul turismo cittadino. Sotto questo aspetto, Palermo è in testa con un 18% di concentrazione seguito da Messina (16%) e Catania (15%). Le principali categorie scelte sono gli alloggi in affitto e i bed and breakfast. Oltre 120 i titolari di strutture extralberghiere che tra ieri e oggi incontreranno i buyer che hanno aderito alla Bte e che provengono da Italia, Canada, Francia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Russia e Spagna. Oltre agli incontri one to one, al primo piano del Marina è stata allestita un’ampia aria espositiva per promuovere itinerari, esperienze, servizi, i distretti produttivi coordinati dall’assessorato regionale alle Attività produttive e l’offerta del sistema di Parchi e Riserve naturali. In programma seminari sul quadro legislativo del settore e sulle opportunità derivanti dalle agevolazioni regionali e statali per le diverse tipologie di strutture extralberghiere.
“C’è stato un effetto rimbalzo, una risposta del mercato grazie soprattutto al turismo italiano – ha detto Raul Russo, capo della segreteria particolare dell’assessore al Turismo Manlio Messina – e con il progetto See Sicily (che regala una notte a chi ne prenota almeno tre, ndr) l’assessorato al Turismo punta a prolungare la stagione. Lavoriamo inoltre a eventi culturali e sportivi che possano fare da nuovi attrattori”. “Eventi come questi sono importantissimi, soprattutto dopo il Covid per guardare al futuro del turismo – ha detto Giorgio Palmucci, presidente dell’Agenzia nazionale del turismo – all’estero la Sicilia non è ancora sufficientemente conosciuta, soprattutto oltre oceano. Bisogna raccontare che la Sicilia non è solo il mare e la cultura, ma la montagna, l’enogastronomia e tutto quello che offre una regione come questa”. aLa Regione – ha detto l’assessore al Territorio Toto Cordaro – non poteva non essere presente a questa Borsa del turismo perché promuove la Sicilia. È presente attraverso l’assessorato alle Attività produttive, l’assessorato al Turismo e con l’assessorato al Territorio e Ambiente che rappresento per promuovere i quattro parchi naturali dell’Alcantara, dei Nebrodi, dell’Etna e delle Madonie che hanno la possibilità in un contesto internazionale come questo e attraverso specificità e prodotti, di attrarre turismo destagionalizzato”.